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Calcio

Berlusconi per sentirsi vivo

Indiscreto 26/09/2018

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Ci si stringe il cuore nel vedere e sentire l’ultimo Berlusconi, purtroppo il tempo passa per tutti e le immagini da Fiuggi sono state impietose anche senza entrare nel macabro circuito del gossip ospedaliero. Per questo guardiamo con simpatia all’operazione che sta portando la Fininvest ad acquistare il Monza per circa 3 milioni di euro, anche se non abbiamo capito perché presidente rimarrà Nicola Colombo (figlio di Felice, presidente del Milan dello scudetto della stella e poi della retrocessione da calcisocommesse) invece di far chiudere in bellezza Galliani. Si sta leggendo di progetti e di piani per una doppia promozione in A, che però si scontrano con una amara realtà: a Monza la maggioranza delle persone (incluso Galliani) è tifosa juventina, con una significativa presenza di milanisti e un po’ meno di interisti. Insomma, di questa squadra non importa a quasi nessuno nemmeno su base locale. Però 3 milioni per sentirsi vivi non sono una grossa cifra, per Berlusconi.

Capiamo poco di calcio, quindi vedendo il calcio di Spalletti di questo inizio di stagione non capiamo i motivi che abbiano indotto l’Inter a non riscattare Rafinha, di cui il Barcellona oltretutto si voleva liberare in pratica a qualsiasi prezzo: prova ne è che è rimasto in Catalogna per mancanza di offerte decenti e ora naviga fra panchina e tribuna, con poche prospettive di inserirsi in un centrocampo dove c’è la concorrenza di Rakitic, Busquets, Vidal e Coutinho, con Valverde che vede meglio di lui Arthur e all’occorrenza un difensore adattato come Sergi Roberto. Secondo i giornalisti a sbagliare sono solo gli allenatori, i dirigenti mai. Se l’errore fatto con Cancelo aveva una stiracchiata giustificazione di bilancio, quello fatto con Rafinha è un errore puro e di questo Zhang (quello vero, cresciuto sotto Mao, non quello che fa i selfie da Dolce & Gabbana) dovrà chiedere conto.

Dopo l’aumento di capitale di 123 milioni di euro il Milan ha annunciato il rimborso di 128 milioni, in sostanza due bond emessi sulla Borsa di Vienna. Uno degli ultimi lasciti dell’era Yonghong Li, con la gestione cinese (cinese si fa per dire) che aveva usato quei soldi per rimborsare un prestito della Rossoneri Sport Investment Lux (cioè la società lussemburghese proprietaria del Milan al 99.93%) e per fare mercato. In altre parole, azzerando i debiti finanziari del Milan il fondo Elliott ha nella sostanza rimborsato se stesso in questa gigantesca partita di giro che sta andando in scena da oltre un anno.

Il doping strutturato delle squadre di calcio non è mai stato scoperto, nemmeno a livelli bassi e quindi figuriamoci in in serie A, mentre ogni tanto si parla di quello dei calciatori. Soprattutto se sono quasi degli ex, come Giuseppe Rossi, meglio se disoccupati come l’ex grande promessa del calcio italiano, con una carriera semidistrutta da quattro operazioni al ginocchio destro e una al sinistro. La logica dice che non ci si può dopare per qualche minuto di Benevento-Genoa, dopo essere risultati negativi a un test la settimana prima. La realtà dice che ci sono giocatori che disputano 70 partite a stagione sempre con l’acceleratore schiacciato e che fra questi non c’è mai stato Rossi. La cui vicenda è paradossale: in pratica dichiarando il falso (cioè che l’uso della dorzolamide era dovuta a un collirio) si sarebbe salvato, ma non l’ha voluto fare e adesso rischia un anno di squalifica.

Cosa c’entrano i diritti televisivi della serie A e B con gli sbarchi dall’Africa? Assolutamente niente, però nel decreto Salvini su sicurezza a immigrazione si parla anche della ripartizione degli introiti da Sky, Dazn, eccetera. Così, tanto per parlare alla pancia del paese. In pratica, secondo le anticipazioni del Sole 24 Ore, potranno accedere alla ripartizione della quota dei diritti audiovisivi solo le società di A e B che avranno sottoposto i propri bilanci a una società di revisione soggetta alla vigilanza della Consob. Piccolo dettaglio: i bilanci delle società calcistiche sono già sottoposti a revisione, il che non gli ha impedito in certi casi di essere palesemente falsi.

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