Arma trading

24 Giugno 2009 di Stefano Olivari

Il fascino perverso del calcio italiano risiede nel suo essere caricatura di quel che rimane della nazione: con le sue furbizie, le sue raccomandazioni, la sua volgarità ed anche il suo sano insider trading. Conosciamo giornalisti che vivevano e vivono al di sopra dei loro mezzi ufficiali grazie alle dritte di un imprenditore-editore (illuminato), che è solito anticipare loro le dichiarazioni o meglio ancora le scelte strategiche che qualche ora dopo comunicherà alle agenzie: al confronto lo show che sta avvenendo intorno alla Roma sembra un gioco da ragazzi. Però noi ci occupiamo di Roma e non di finanza vera. Ieri dopo giorni sinusoidali il titolo è andato in picchiata, chiudendo in negativo del 5,65%: ‘merito’ dello stop nella trattiva per la cessione al gruppo rappresentato da Vinicio Fioranelli. Uno stop dato dalle garanzie chieste da Mediobanca, advisor di Italpetroli (mentre il creditore principale è Unicredit), dalle titubanze dei Sensi e anche da un minore entusiasmo di alcuni dei fantomatici personaggi dietro Fioranelli. Visto che non era un problema di prezzo, su questo le parti si erano già accordate da tempo, nè di persone (nel medio periodo lo staff dirigenziale attuale sarebbe stato confermato: addirittura si parlava di un ruolo anche per Rosella ‘Auricolare’ Sensi), il quadro è fin troppo chiaro. Per il medio lettore di quotidiani, anche se purtroppo non ancora per la magistratura. Dando per scontato che il giornalista che riporta è uno sfigato magari connivente ma che comunque raccatta solo briciole, il gioco sporco può essere partito solo da tre realtà: Mediobanca-Unicredit e consulenti, famiglia Sensi e parenti, Fioranelli e amici. Almeno una di queste sta cinicamente spolpando il parco buoi. Buoi spesso tifosi, ma non per questo meno degni di tutela.

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