Acero saccarino

26 Gennaio 2009 di Oscar Eleni

di Oscar Eleni

Oscar Eleni in un letto sistemato da nessuna parte, come hanno ordinato quelli che ci hanno messo al collo la pietra della “vecchia scuola”, i fenomeni che festeggiano quando il ragazzino americano dice troiadas variadas, quando si valuta una squadra in base ai prezzi e non in base ai famosi maroni che si vedevano meglio ai tempi del pantaloncino Schull, quando si fa finta di non vedere che la scelta Armani di avere Pozzecco come luce per un settore giovanile quasi da rifondare non vuol dire nascondere al genio che ci sono cose importanti da fare e da imparare per evitare che il solito fesso dica che hanno portato Dracula all’Avis, come se il nostro Gianmarco non sapesse che per lui è il tempo di nuove mele e non di vecchie birre. Un letto sotto l’acero saccarino che sembra più bello di quello dalla gemma rossa per dare respiro a polmoni intasati da troppo fumo, appesantiti da troppo alcool, esauriti da troppi respiri profondi per sopportare di tutto e di più adesso che ci sentiamo così lontani, mentre vorremmo essere così vicini.
Pensieri in libertà.
A Piero Bucchi che corre in Europa, che mette in squadra un’altra guardia, nel caso Price, il sogno di Voltaire: Tutti i generi di squadra vanno bene, tranne il genere noioso.
Per Matteo Boniciolli che doveva chiedersi, molto prima di iniziare la politica del sorriso, cosa poteva esserci di vero dentro una squadra capace di tradire uno indifeso come Pasquali, vorremmo un intervento con scimitarra di Tanjevic per salvarlo dagli attacchi feroci di chi colpisce tanto per nascondere le colpe di chi ha scambiato persino Arnold per un giocatore integro e vero: L’invidia è come una palla di gomma che più la spingi sotto più ritorna a galla.
A Simone Pianigiani che continua imbattuto: L’arte di guidare la gente è magia liberata dalla menzogna di dover dire sempre la verità.
Al ragazzo Jennings, croce e delizia, più croce che delizia, che viene smascherato persino dalla Gazza degli orgasmi che, per una volta, si è accorta delle bufale dei pifferai, vorremmo ricordare che l’arte della smentita è stata inventata qui dopo aver tirato il sasso. Ha sputtanato chi lo ha persino pagato per imparare a giocare, a governare il suo talento che sembra alto, ma dipende dai collegamenti fra corpo e cervello: quale cuore di giocatore può disprezzare l’oro, a quale gatto non piace il pesce?
Agli allenatori che si lasciano dominare dalle manie dei giocatori, ai giocatori che vogliono essere al centro dell’attenzione fregandosene della squadra, a quelli che hanno sempre un colpevole da far divorare dalla folla: non abbattete mai una palizzata prima di conoscere le ragioni per cui è stata costruita.
A Boniciolli, a Sacripanti, a Meneghin, a Pozzecco, a Pancotto, a Renzi, a Proli più che a Zanca, a Pianigiani, a Frates, a Bodiroga e persino a Gentile un pensiero di Arturo Graf: Se pretendete e vi sforzate di piacere a tutti, finirà che non piacerete a nessuno.
Sosta di ristoro. Volete sapere da dove vengono le citazioni? Fumetti, enigmistica, roba da malati. Delusi? Pazienza.

Per i tifosi che lasciano le curve, che tentano di avere un dialogo dopo aver concesso tutto ricordiamo che l’amore non è cieco, è soltanto presbite. Infatti comincia vedere i difetti via via che si allontana.
Agli allenatori in crisi basta che non la facciano leggere ai loro giocatori in crisi: l’uomo più forte è quello resiste di più da solo.
Datemi un’aspirina, sì, certo è tempo di pagelle nella speranza che le valanghe a Cortina non abbiano soffocato Claudio Pea al punto da dimenticarsi che deve lavorare anche sul suo sito da grande dannato.
10 Ad ATRIPALDI, a Biella, a Bechi, a Baiesi perché la partita di addio, insomma quella che potrebbe essere l’ultima nel vecchio palazzo, anche se forse con Avellino sarà ancora vecchia arena, è stata giocata benissimo, perché abbiamo visto una squadra, una società, abbiamo capito tante cose persino l’insistenza su uno come Gaines.
9 A Giorgio VALLI per la resistenza sulla barricata di Ferrara dove lo ha protetto in tutte le maniere Sandro Crovetti che ha fatto di questa società il grande capolavoro anche con mezzi limitati. Battersi per ridare spinta al progetto, agli uomini, tutti uniti e questo il ragionier Filini deve saperlo.
8 Al poeta JAABER perché lui sa chi lo aveva scelto come uomo base, perché vive il professionismo senza dimenticare che intorno a lui esiste la vita, una città quasi eterna, la sua gente. Scoprire la vita degli altri, ecco il compito per gli stranieri scontenti, per i loro agenti, per le loro mamme.
7 A Nando GENTILE, voto in linea con le vittorie nel campionato da quando ha “dovuto” prendere il posto di Repesa. Ha dentro qualcosa di speciale, ma non dimentichi mai che fra un mese invidieranno anche lui e allora comincerà il difficile.
6 A Zare MARKOVSKI che si avvicina minaccioso al banco dei testimoni per raccontare la sua verità di oggi con questa Avellino che ci regalerà un Crosariol da mischia europea anche se non piace ai tecnici di azzurra e ai proprietari che hanno avuto a che fare con questo timidone travestito da bullo, le verità di ieri, prima sulla Virtus e poi sull’Armani. Attenti a questo lupo, sembra gentile, ma ha denti forti.
5 A Matteo BONICIOLLI per non aver capito che tipo di squadra avrebbe dovuto cambiare. Guai all’allenatore che vede oltre il suo naso, che tratta male giocatori protetti da agenti importanti, sostenuti da chi ama farsi sostenere fuori dalle righe. Doveva essere umile, deve ritrovare la miniera non la vetrina e Zorzi gli dia una mano.
4 Al genietto VITALI che cambia troppo spesso umore, che dice di non soffrire il fischio della platea, che pattina sul un lago gelato ma dalla crosta non consolidata. Si faccia una ragione della sua fortuna: hanno puntato su di lui per costruire la nuova Olimpia sulle macerie della Regina Bianca. Deve crederci ogni partita e in ogni allenamento.
3 A Giannetto ZAPPI, unico candidato federale per gli allenatori pro, a Palombarini, Persichelli e Ragazzi, unici candidati per la categoria giocatori non professionisti perché ci sarebbe piaciuto se avessero avuto degli ostacoli come potrebbe averli il Giancarlo Solvetti, unico candidato fra i consiglieri per cui Meneghin deve battersi senza rischio di trappole. Loro ci diranno che nelle primarie sono stati prescelti ed hanno già lottato, ma a noi piacerebbe lo stesso vederli fremere, facendoci conoscere i motivi per cui si sentono adatti alla carica.
2 A Romeo SACCHETTI per aver scoperto che Forte, chissà perché gli mettono un accento sulla e, non è un tipo di cui fidarsi quando promette di essere leone. La categoria è già piena e adesso vorrebbero farci sapere che Allan Ray è uno di questi. Felicissimi di aver sbagliato giudizio, ma a Boston non l’hanno mai pensata in questo modo e avrebbero voluto dirlo a Roma se fossero stati interpellati.
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Alla RISSA verbale di Caserta, roba all’italiana con troppi che dicevano tienimi altrimenti faccio una strage, perché avremmo voluto goderci la panoramica SKY della palestra ausiliaria del Pala Maggiò che porta agli spogliatoi ricordando i giorni in cui venne costruita, ricordando gli uomini che hanno camminato su quel legno meraviglioso, dal grande sognatore presidente, al grande sognatore allenatore, al grande manager, ai grandi giocatori, ricordare Maggiò, Tanjevic, Sarti, Oscar e anche Gentile che, per fortuna, era fuori campo.
0 A SKY che ha fatto un mricragnoso sconto stress alla stampa scritta accettando di trasmettere le partite di eurolega italiane alle 20.45 invece che alle 21. Ultimo regalo prima del divorzio? Ma è un regalo vero? Non si poteva fare qualcosa di meglio? Non diteci che avere il Sei Nazioni di rugby vuoterà le vostre casse per cui….Ragazzi non scherziamo, a noi vanno bene le vostre dirette, sull’audio ci si mette d’accordo e poi non è obbligatorio andare dietro la lavagna di Tranquillo, a noi va bene tutto anche se restiamo sempre un po’ confusi davanti alla programmazione perché la concomitanza di partite si potrebbe forse evitare studiando il calendario con l’ULEB. O no? Non diteci di no, offendereste il a malato che è rimasto in noi sotto l’acero saccarino.
Oscar Eleni
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