25 aprile festa di tutti?

24 Aprile 2023 di Stefano Olivari

Nessuna festa è in Italia divisiva come il 25 aprile, anniversario della Liberazione, con buona pace dei tanti che pretendono che sia il nostro 4 luglio (Letizia Moratti l’ultima a portare avanti questa stravagante tesi), ed anche quest’anno gli schieramenti sono sempre gli stessi  al punto che il Di qua o di là messo in questi termini sarebbe scontatissimo: chi è più o meno di sinistra festeggia anche per usare questa ricorrenza nella politica del presente, chi è più o meno di destra, anche chi è antifascista, non festeggia perché ritiene che questa sia una festa identitaria della sinistra.

La novità del 25 aprile 2023 è ovviamente Giorgia Meloni presidente del Consiglio, quindi qualsiasi cosa detta e soprattutto non detta sull’argomento sarà vivisezionata e poi sottoposta al tribunale del web. Noi ci rivolgiamo al nostro target laico e liberale, interessato ai movimenti dei laterali di De Zerbi come ai retroscena di via Rasella, agli addominali di Berrettini come all’Operazione Achse, e quindi chiediamo quale senso abbia oggi questa festa, al di là di consentire un ponte a chi già non è che si ammazzi di lavoro. Il 25 aprile deve incarnare valori ben precisi, spendibili politicamente anche oggi, o deve essere la festa di tutti gli italiani?

Come sempre non siamo neutrali e del resto il tifo e l’appartenenza sono alla base di tutto anche in ambiti non calcistici. Pensiamo non da oggi che il 25 aprile sia una festa di parte e che in fondo sia giusto che rimanga così, visto che la Resistenza, non decisiva sul piano militare (i soli soldati statunitensi morti sul suolo italiano furono circa il doppio rispetto alle perdite dei partigiani), è stata fin da subito egemonizzata dalla sinistra nonostante la forte presenza di partigiani cattolici e azionisti. Sul perché questo sia avvenuto sono stati scritti migliaia di libri, ma certo è che il 25 aprile sia in Italia una festa di parte e che quando al governo c’è la destra lo sia ancora di più. Chi si ricorda cosa accadde nel 1994? Sembrava che stesse per arrivare Hitler ed oggi Berlusconi, il fu Cavaliere Nero (perché qualche mese prima aveva sdoganato Fini, negli ultimi giorni ricomparso nei panni dell’antifascista), è quasi un padre della patria.

La festa della Repubblica Italiana è il 2 giugno, punto. Il 25 aprile è giusto che venga ricordato da chi ci tiene, come tanti ricordano il gol di Magath o gli juventini il 5 maggio, ma non può strutturalmente essere la festa di tutti. Non lo era ieri, con tanti viventi almeno accomunati dall’aver visto l’orrore della guerra, a maggior ragione non può esserlo oggi. Andrebbe quindi secondo noi abolita come festività nazionale, sfidando le piazze piene di partigiani e albergatori. Ma può anche rimanere senza traumi, non è che i musulmani residenti in Italia pretendano l’abolizione del Natale (per lo meno non ancora). Sono soltanto nostre idee, quindi giriamo la domanda: il 25 aprile è o dovrebbe essere la festa di tutti?

stefano@indiscreto.net

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