L’emotività inglese ci fa una Pippa

5 Luglio 2018 di Stefano Olivari

Senza i luoghi comuni o la critica ai luoghi comuni, ormai essa stessa luogo comune, non riusciremmo ormai ad andare oltre le dieci righe. Tanto si è parlato della maledizione inglese ai rigori che alla fine l’Inghilterra di Southgate ha conquistato i quarti di finale proprio ai rigori, dopo essere stata raggiunta dalla Colombia con 27 punte contemporaneamente in campo nel finale di tempi regolamentari giocati da cani ed avere però ben tenuto nei supplementari. Merito della psicologa Pippa Grange che sconsiglia i cellulari? Del carisma dell’allenatore? Di un presunto carattere nazionale che renderebbe certe squadre peggiori di altre quando ci si trova alla resa dei conti ed il culo morde pigiama (cit. Tanjevic)? Visto che si stanno mettendo insieme generazioni ed epoche diverse, la domanda chiave è proprio la terza, per capire se i miliardi di parole spesi sull’argomento abbiano almeno un minimo senso (spoiler: no).

Partiamo dalla banalità dei numeri, prendendo in considerazione solo il Mondiale in modo da mettere tutte le nazionali sullo stesso piano. Nessuno si è mai suicidato per l’eliminazione in un Europeo, meno che mai Under 21… Da quando nella manifestazione sportiva più importante del pianeta si sono iniziati a tirare i rigori, quindi dalla nostra edizione del cuore di Spagna 1982 (teoricamente si sarebbero potuti tirare nelle finali per il terzo posto 1974 e 1978, e nelle finali propriamente dette 1974 e 1978, ma solo al termine delle eventuali ripetizioni di Germania Ovest-Olanda e Argentina-Olanda che poi non ci furono), si è andati a questo epilogo emozionante la bellezza di 28 volte. Con questa statistica, equiparando la Germania Ovest alla Germania unita dopo il 1990: Germania 3 vinte e 0 perse, Argentina 4-1, Brasile 3-1, Svezia 1-0, Sud Corea 1-0, Portogallo 1-0, Uruguay 1-0, Bulgaria 1-0, Paraguay 1-0, Belgio 1-0, Russia 1-0, Croazia 1-0, Ucraina 1-0, Francia 2-2, Costarica 1-1, Irlanda 1-1, Olanda 1-2, Messico 0-1, Jugoslavia 0-1, Svizzera 0-1, Giappone 0-1, Ghana 0-1, Cile 0-1, Grecia 0-1, Danimarca 0-1, Colombia 0-1, Spagna 1-3, Italia 1-3, Inghilterra 1-3, Romania 0-2. Considerando le finali per il terzo posto del 1974 e del 1978, le semifinali del 1982 (la finale Italia-Germania Ovest sarebbe stata ripetuta martedì 13 luglio in caso di parità dopo i supplementari), gli ottavi appena giocati in Russia e le altre partite dei Mondiali con possibile finale ai rigori dal 1986 al 2014, arriviamo a 140 partite, il che significa che la decisione ai rigori è avvenuta esattamente nel 20% dei casi possibili: una percentuale molto alta, che infatti induce quasi tutti a fare una preparazione specifica.

Ma tornando al discorso del carattere nazionale e dell’emotività a seconda del luogo di nascita, si può notare come fra le grandi nazionali abbiano un record strapositivo Argentina, Germania e Brasile, uno negativo l’Olanda e stranegativo Italia, Inghilterra e Spagna, mentre la Francia sia in pareggio. Vogliamo dire che italiani, spagnoli e inglesi siano più emotivi rispetto agli argentini? O che i bulgari siano più freddi dei rumeni? Nella migliore delle ipotesi si tratta di stupidaggini, nella peggiore di giusticazioni preventive di una sconfitta, visto che i rigori sono un gesto tecnico. A meno che Grosso, con il suo senso della storia, non abbia voluto vendicare Donadoni, Serena, Baresi, Massaro, Baggio, Albertini e Di Biagio. Non ci sono maledizioni, ma persone diversissime fra di loro per storia e formazione che al momento giusto si sono fatte trovare pronte. O non pronte.

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