Sognando Beckham

24 Novembre 2008 di Franco Rossi

Cari nemici e amici, il Milan domenica sera ha pagato tutto il casino che era venuto fuori dopo il rigore regalato nella partita con il Chievo. Contro il Torino c’erano due rigori, uno per il Milan e uno per il Torino, entrambi sul due a uno, uno non assegnato da Farina e l’altro si: risultato chiaramente falsato dalle decisioni dell’arbitro che, forse per una inconscia compensazione, ha danneggiato gravemente i rossoneri, come li aveva avvantaggiati la domenica prima. Ma al di là di questo episodio c’è la netta sensazione che collezionando figurine l’Inter si staccherà sempre più sola al comando. Sognare Beckham va bene per una ragazza indiana che vive in Inghilterra (il film è delizioso), ma va molto meno bene per una squadra che di figurine, rare e da collezione, non ne ha proprio bisogno. Sabato sera l’Inter ha un certo punto ha mandato in campo Vieira, Cruz e Burdisso mentre domenica sera per il Milan sono entrati Emerson e Sheva, due che fra i nerazzurri non troverebbero posto nemmeno in tribuna. Sono settimane che il tam tam mediatico ci sommerge con dichiarazioni dei dirigenti del Milan sulla rinascita di Ronaldinho e di dichiarazioni dello stesso Ronaldinho sul fatto che nessuno credesse nella sua resurrezione. E’ vero che Ronaldinho è la più pregiata della figurine, ma è altrettanto vero che di tutti questi miracoli calcistici se se sono visti pochi: in fondo il brasiliano ha segnato meno di Zarate, Di Vaio e Mascara, per citare i meno noti e nella classifica dei marcatori è alla pari di Floccari e Corradi. Le figurine faranno vendere tante magliette (è comunque tutto da dimostrare), ma per gli scudetti ci vuole ben altra gente e vedere un campionato come quello attuale, così simile agli ultimi due, fa anche un po’ pena perché affondare nella noia più che un rischio è quasi una certezza. Essere a tre punti da una squadra come l’Inter, che da qui alla fine del campionato al massimo perderà altre due partite, è sconsolante, specialmente se si tiene conto che è stato vinto lo scontro diretto: come dire che tra l’Inter e il Milan c’è poco meno di un abisso.Una volta il Milan giocava splendidamente a calcio, adesso gioca male e ottiene risultati abbastanza deludenti. Un’involuzione che riguarda anche Kakà che nella sua nazionale brilla perchè gioca nerl suo ruolo naturale che è quello di centrocampista avanzato (come lo erano Schiaffino, Platini e Cruijff) mentre nel Milan è costretto a fare l’esterno di centrocampo o addirittura la seconda punta. Continuando di questo passo, visto che Kakà vuol giocare i Mondiali da grande protagonista c’è la fondata sensazione che se il Milan non gli costruisce una squadra come si deve, con quattro difensori, tre centrocampisti vicino a lui e due attaccanti che gli permettano di avere più di una opzione quando entra in possesso di palla, alla fine potrebbe stancarsi e chiederà di essere ceduto.

Franco Rossi
(per gentile concessione dell’autore, fonte: http://www.francorossi.com/)

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