Delfini soldato per italiani estinti

16 Ottobre 2017 di Oscar Eleni

Oscar Eleni dalla base militare di San Felipe, nella Baja California, dove Leonardo Di Caprio e i biologi della fondazione che finanzia aspettano il ritorno dei delfini soldato con le vaquitas, focene deliziose in estinzione e da salvare. Servirebbero anche al basket italiano, diciamo allo sport italiano in genere, questi soldati da recupero per specie in estinzione. Tipo il giocatore italiano di qualità per aree pitturate, battaglie vicino al canestro. Una guerra ai predoni, agli sbruffoni, come quella che ha fatto sempre Julio Velasco tornato finalmente a parlare in una bella intervista alla Piccardi del Curierun. Ci servirebbero i delfini militari per salvare quelli che, come il grande argentino con base a Bologna vicino alla zona Robinson della De Salvo che al volley ha lasciato l’anima prima di cercare sollievo nella grande cultura, allenerebbero i bambini pur di non smettere, per creare barriere protettive a Romeo Sacchetti e Boscia Tanjevic che si stanno giocando la testa della classifica nel girone infernale dove la domanda è sempre la stessa: chi sta peggio dei due?

Il primo, per fortuna, ha trovato il successo in campionato che manca ancora a Brindisi, Reggio Emilia e Capo d’Orlando. Il secondo ha scoperto che i cacciatori di frodo, quelli che corrono nella categoria bugiardi, gli stanno facendo una guerra neppure tanto silenziosa con il doppio obiettivo: impedirgli di fare qualcosa di utile per un basket a cui ha sempre dato più di quello che ha ricevuto, affondare l’ammiraglia Petrucci che si era illuso di avere tutti dalla sua parte dopo l’elezione plebiscitaria. Certo per Sacchetti resta l’obbligo di girare con una maschera di ferro che certo gli farà venire mal di testa perché quando dovrà fare le prime convocazioni si troverà un esercito di esterni, meglio di numeri due e tre, qualche numero uno, inteso come regista sulle lavagne dove molti allenatori perdono la loro credibilità, profeti inascoltati, ma nessun vero pivot o numero 5, con qualche speranza di convertire qualcuno a fare l’ala forte pur essendo deboluccio.

Purtroppo dice questo il campionato dopo tre giornate con orari sbilenchi, calci in faccia agli abbonati per soddisfare il palinsesto televisivo studiato su tavolini traballanti che fanno vedere e stravedere, insistendo nelle concomitanze letali. Certo esistono delfini militari a presidiare il poco che esce dai nostri vivai, ma la fotografia di come stanno in realtà le cose è dimostrata, come scrivono persino sulla Gazza dei sospiri, dal tormentato rapporto fra Pianigiani e gli italiani della confraternita Armani. Chi pensava di avere un grande alleato nell’ex allenatore della Nazionale ora sa che è difficile dare fiducia a chi entra persino in quintetti base e poi sparisce perché di lui non ci si era accorti quando stava sul campo.

Fortuna, grida il coro, che a Bologna, hanno trovato la formula per ridare ad Alessandro Gentile la cazzimma presunta, per fortuna, dicono i biologi del basket che girano con occhialoni da miopi, a Brescia stanno avendo il meglio dai fratelli Vitali, così avremo una Azzurra a livello conduzione familiare se dovesse guarire anche Stefano Gentile. Insomma per tre ruoli siamo a quasi a posto. Per battere Romania ed Olanda potrebbero bastare anche se c’è chi mette in guardia. Certo mandare al diavolo i croati che ci hanno avvelenato l’anno olimpico sarà più difficile anche se gli slavi erranti, per fortuna di chi incontrerà le squadre della grande scuola in qualificazione mondiale, sono molti di più di quelli che rinunceranno alla convocazione di Sacchetti nelle famose finestre manicomio di novembre e febbraio.

Perché dormire così male pensando ad Azzurra tenera, al Meo Porthos, al Tanjevic Aramis, quando c’è un campionato che sta scegliendo le sfidanti di una Milano che sfila in maschera perché i veri colori Armani li vedremo soltanto a primavera, quando servirà per avere lo scudetto e quando, si spera, potrebbero fare sensazione nell’Eurolega dove sarà meglio prepararsi alle sorprese se Malaga batte il Fenerbahce campione, se il fattore campo vale tantissimo come ci dimostrano arbitraggi da tenera è la notte. Tutto aperto e resisteranno alla caccia dei predatori soltanto quelli che saranno scortati dai delfini militari, quelli che hanno una rosa ampia. Il campionato non mostrerà la sua faccia neppure dopo la caduta del settimo velo, figurarsi dopo tre giornate, ma, è certo, i risvegli di Pianigiani saranno diversi da quelli dei suoi presunti rivali perché se gli uomini di coppa, Tarczewski che alla fine sarà utilissimo perché ha voglia di lavorare, Kalnietis, che alla fine maledirà di non aver accettato trasferimenti dove il ruolo di regista sarebbe limitato all’estrema necessità, e persino il convalescente Dragic, li avessero avuti gli avversari delle prime giornate forse non sarebbero bastate partite giocate con la seconda marcia, da rodaggio. Non parliamo poi del recupero di Young per il 2018. Messe così le cose, perché arrampicarsi sugli specchi? Favoriti erano e strafavoriti restano. Magari attaccabili a febbraio nella Coppa Italia dove la partita senza domani ogni tanto risveglia cattivi pensieri, in quel trofeo perse la credibilità e la serenità il Banchi poi liquidato da Milano anche con uno scudetto vinto, nonostante tutte le gelosie, ed un anno di contratto. Eh no dice il coro. Pianigiani conosce queste storie e poi lui ha una storia diversa come allenatore. Vero. Allora che palla passerete al basket che si dichiara felice per aver trovato il suo posto televisivo su Eurosport? Quella che si meriterà cercando di migliorare tutto quello che può, magari cominciando dai vivai e dalla grafica che nel nostro campionato teletrasmesso è indietro rispetto ad eurolega, sia ULEB che FIBA. Passiamo oltre la rete per le pagelle.

10 A Massimo ANTONELLI, ex stella Virtus, allenatore che dopo Augusto GIOMO ha creduto nella musicoterapia per imparare meglio i fondamentali, perché con la sua squadretta di bambini immigrati tutti nati in Italia ha dimostrato a Petrucci e Tanjevic quali siano i muri da abbattere: la Tam Tam di Castel Volturno non può essere iscritta ad alcun campionato mancando la legge sullo ius soli. Certo la legge è legge, allora protestiamo tutti insieme e facciamoli giocare i ragazzi.

9 A Mike SYLVESTER tornato nella Pesaro dei suoi sogni, in cui Giuliani scoprì anche un grande senso dell’umorismo sconosciuto agli avversari, e dei suoi incubi fra grandi giocate, cazzotti e lutti tremendi. La Gazza ne ha fatto una pagina, la società che ora non è più di Scavolini ha omaggiato il grande guerriero nella maniera giusta. La Vuelle esiste, merita affetto e infatti la gente è tornata a soffrire per lei e bisogna dire che l’inizio è buono perché lo staff tecnico è di valore.

8 A JOHNSON-ODOM per aver fatto diventare bella una domenica che poteva essere maledetta per Cremona e Sacchetti. Adesso però non vorremmo che tutti gli allenatori si aspettassero la stessa reazione da giocatori aggrediti e feriti per rapina.

7 Al RAMAGLI che insieme a BUCCI alla Virtus sta restituendo Alessandro GENTILE al basket che più gli piace, illuminandone la scena, aiutandolo con tanti compagni che in squadra sanno chi avrà la prima opzione.

6 Alla prima scelta FIBA per le leggende del basket da Berkowitz (Isr) a Cameron (NZ), da Kukoc a Mujanovic, scuola slava, da O’Neal super ego a Valters per chiudere con Dusan Ivkovic e il Dream Team. Italiani? Non ce ne sono più dopo Meneghin. Dino, sia chiaro, sgridando un po’ l’anca sbilenca di Andrea che aveva tutto per essere il numero uno e per molti anni.

5 Al FERRO del canestro se non si ribella quando i commentatori lo considerano maleducato e ci fanno sapere che sputa la palla: no, cara gente, i maleducati sono quelli che forzano i tiri e trattano la palla come non si dovrebbe negando il valore della parabola.

4 A Valerio BIANCHINI perché questo suo giro per le cattedrali dove è stato papa e re, presentando il libro scritto insieme a Viberti, ha fatto scoprire a troppa gente che i migliori uomini del basket italiano vengono trascurati. Pensate al rimorso di una Lega che non comunica sapere che in giro c’è questo geniale evangelista.

3 A BUSCAGLIA perché sembra aver perso il tocco magico che l’anno scorso gli fece ribaltare il pessimo girone d’andata di Trento portata poi alla finale scudetto. Certo se il suo è un diesel dovremo pazientare, ma non sarebbe male se gli azzurrabili Baldi Rossi e Flaccadori gli dessero una mano.

2 Alle COPPE che stanno strangolando troppi giocatori. Questi ritmi così pesanti, queste settimane senza allenamenti stanno creando molti problemi e dispiace che Capo d’Orlando sia la vittima più evidente. Zero punti pur avendo resistito a Milano per 39’.

1 A WEAH, grande dal calcio, se sarà davvero il presidente della Liberia, perché il basket al massimo ha avuto grandi senatori candidati come Bill Bradley.

0 A MENETTI se farà un passo indietro davanti a questa squadra di Reggio Emilia che sembra così distante da quelle che ha portato per 2 volte in finale scudetto prima che l’invidia facesse i cambi al posto suo. Certo squadra più povera di talento, ma la base per ritornare a galla ci deve essere, magari cercando ancora nel vivaio.

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