L’Italia di Conte, un braccio contro l’indifferenza

4 Settembre 2015 di Stefano Olivari

La Nazionale di Conte ha penato contro Malta, vincendo soltanto grazie al gol segnato con il braccio da Pellé, ma ha battuto nettamente l’indifferenza. Che anche in campo sportivo è avversario peggiore dell’odio. Non ci riferiamo all’annunciata diserzione del pubblico fiorentino, anche se al Franchi le cose sono andate meglio del previsto: soltanto 13mila paganti, è vero, ma che hanno fatto un discreto tifo. Parliamo degli ascolti televisivi, che con tutta le gente ormai rientrata dalle vacanze hanno fatto segnare su Rai 1 un clamoroso, se rapportato all’importanza e al fascino della partita, 26,68% di share, con 6.340.000 spettatori. Un interesse che in pochi si aspettavano. Depurata la discussione su Conte da considerazioni filo-juventine o anti-juventine (ormai è da 14 mesi che Conte se ne è andato, accompagnato alla porta), rimane infatti ben poco di cui parlare sia dal punto di vista dei personaggi, tolti i grandi vecchi Buffon e Pirlo tutti mediaticamente mezze figure, che soprattutto da quello calcistico. Nessuno spettatore occasionale, cioè il grosso di chi storicamente segue le nazionali, saprebbe riconoscere Gabbiadini, Pellé o Eder se li incontrasse per strada, staremmo parlando dell’attacco titolare. E non andrebbe meglio con le loro riserve di ieri Vazquez, Insigne e Zaza. Ma soprattutto nessun azzurro di quelli ‘nuovi’, quindi non proveniente dalla Juventus di Conte, tolti Verratti e De Rossi che era in panchina, ha uno spessore tale da poter trascinare compagni e spettatori. Eppure gli italiani continuano ad essere attaccati a questa squadra di tutti e di nessuno, che ha soltanto critici e nessun vero tifoso. Continua sul Guerin Sportivo.

Share this article