Buoni motivi per parlare di mafia

16 Novembre 2011 di Miky Pettene

di Miky Pettene 
Premessa: perdonate l’abuso di maiuscole, ma esistono cose che ci stanno più a cuore di altre. Lontani anni luce dai veleni che vediamo quotidianamente sputare in qualsivoglia ambito pubblico, dalla politica al nostro caro amato Sport, in un periodo storico dove sembra essere sempre più difficile e faticoso trovare un senso etico nella condivisione e nel virtuoso sviluppo della Vita Pubblica, riteniamo fondamentale ripartire dal nostro ruolo – spesso dimenticato – di protagonisti Civili per provare a combattere quegli ostacoli tanto nascosti quanto profondamente radicati che ostacolano il progredire della nostra Società. “Parlate della mafia. Parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene”. affermava Paolo Borsellino: quest’incontro vuole provarci, sperando di continuare a farlo insieme a Voi.
Giovedì 17 Novembre alle ore 15.30, presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca (Edificio U7, Aula 7), verrà proposto a chiunque fosse interessato l’incontro dal titolo “Mafia ed Informazione – Legalità ed Informazione nella vita quotidiana”, con ospiti il giornalista di Sky Sport Flavio Tranquillo, co-autore con il magistrato Mario Conte del libro “I Dieci Passi – Piccolo breviario sulla legalità”, il pubblico ministero di Milano Alfredo Robledo ed il maresciallo della Guardia di Finanza Domenico Siravo.
Ma oltre alla mafia, da intendere – in accordo con l’eroica Rita Atria – con un concetto estremamente più ampio di quello tutto coppola e lupara
cui ancora straordinariamente molti anche nel 2011 sembrano essere legati, ci teniamo a porre l’attenzione sul ruolo civico cui è chiamato ognuno. Tra i tanti esempi al riguardo ci piace citare le parole del premio Nobel indiano Amartya Sen che nel suo ultimo libro “L’idea di Giustizia” (2010, Mondadori) riprende ed amplia la concezione di responsabilità individuale connessa a quella civile: “Quando un aumento di capabilities implica un aumento di potere tale da influenzare le vite altrui, una persona può avere buone ragioni per usare queste accresciute capacità – l’aumentata libertà come azione- per migliorare le vite degli altri, anziché concentrarsi solo sul proprio ben-essere, sui propri vantaggi”.
Una commovente e nonostante tutto incrollabile fiducia nell’Uomo Sociale Moderno molto simile a quella che abbiamo ritrovato nel libro di Tranquillo e Conte che sarà oggetto del dibattito di giovedì. Opera all’interno della quale si percepisce a chiare lettere quanto il rifiorimento delle nostre virtù morali ed etiche ed il nostro senso di responsabilità debbano essere associati a quegli strumenti di cui ci siamo dotati, che ci potrebbero consentire di “recuperare, in questo momento storico, il senso vero e genuino della politica. Quello cioè dell’essere polis, intesa come città, comunità. Anteponendo ai propri interessi quelli della collettività. L’idea è quella di porre le basi per un’antimafia che deve coinvolgere tutti nel nome della legalità, del senso del dovere e della responsabilità individuale, nella convinzione che coinvolgere tutti nella battaglia contro questa “malapianta” da estirpare sia l’unica maniera di fare non solo dieci, ma cento passi avanti”.
Ne vale la pena: un consiglio, un’esortazione rivolti non solo a tutte quelle persone che ci faranno l’onore di presenziare all’evento, ma anche e soprattutto a noi stessi, nel continuo tentativo di stimolare, ricordare e ricordarci come e per che cosa valga veramente la pena vivere. Oltre a Michelle Pfeiffer, il cioccolato e Kobe Bryant in campo aperto, ovviamente.
“Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana.”


Miky Pettene, 16 novembre 2011

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