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In the box

Wenger totale

Stefano Olivari 06/03/2008

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1. Noi siamo di quelli che la famosa Olanda degli anni Settanta non l’hanno mai vista dal vivo, neanche in qualche diretta televisiva. Quando ci siamo avvicinati al calcio gli olandesi erano già in fase calante, così che del “calcio totale” ci rimangono solo immagini in videocassette o dvd, oppure qualche cosa letta qua e là, riguardo ai movimenti di Rep o alle giocate di Rensenbrink. Alla fine degli anni Ottanta arrivò il Milan di Sacchi, giocatori che correvano il doppio degli avversari, sovrapposizioni, pressing a tutto campo. Quella forse è stata la nostra idea di “calcio totale”, con interpreti dotati di una tecnica superiore a quella degli olandesi degli anni Settanta ma con una concezione di gioco identica. Oggi il discorso torna di moda, visto che l’Arsenal di martedì sera a San Siro nella partita di Champions League contro il Milan ci sembra la cosa che più si avvicini oggigiorno ad un’idea – pur astratta – di “calcio totale”. Non siamo noi i primi ad accorgercene, ovviamente, ma già alcuni telecronisti di Sky UK così hanno definito il gioco dei ragazzi di Wenger dopo una vittoria ottenuta a dicembre ai danni dell’Aston Villa. Anche in questo caso pressing a tutto campo, giocatori che corrono il doppio rispetto agli avversari e la sensazione che, nelle fasi decisive della partita, il gioco sia sempre nelle loro mani.

2. In una previsione estiva avevamo detto che l’Arsenal avrebbe pagato a caro prezzo la partenza di Thierry Henry (un autentico fuoriclasse, in ogni caso) e invece no, sembra quasi che l’Arsenal si sia liberato di un peso e giochi oggi con maggior scioltezza. A nostro modesto parere di veri fuoriclasse i Gunners ne hanno solo uno, tale Cesc Fabregas. Poi tanti buoni giocatori come Adebayor, Flamini, Ebouè e Gallas, ma se Senderos si mostra un baluardo insormontabile e Diaby corre sulla fascia come neanche il miglior Cabrini grande merito va all’allenatore che questo magnifico complesso lo ha costruito pezzo per pezzo nel corso degli anni. Nella valutazione sull’Arsenal di martedì sera però, non possiamo non considerare la prestazione del Milan. Una squadra a fine ciclo, finita praticamente un anno fa, che costringe i suoi abbonati ad assistere domenicalmente a spettacoli francamente imbarazzanti. Tornando all’Arsenal, la speranza del suo pubblico è quella che la squadra non finisca poi come quell’Olanda di Cruijff, bella, spettacolare ma sempre ad un passo dall’affermazione definitiva.

3. Abbiamo sempre detto che assistere a una partita in Gran Bretagna è diverso rispetto all’Italia, solitamente meglio rispetto al Belpaese per il clima non descrivibile che si respira all’interno degli stadi. Non abbiamo mai detto però che là fosse il paradiso. Lo scorso weekend ci sono stati scontri fuori dall’Emirates Stadium dopo che durante la partita Arsenal-Aston Villa i tifosi ospiti hanno iniziato ad intonare cori contro Eduardo Da Silva. Cantando esattamente: ”Aveva un gran talento ma ormai cammina come Heather Mills”, riferendosi alla ex moglie di Paul McCartney, che perse una gamba durante un incidente stradale.

4. Un altro episodio spiacevole ci arriva invece dalla Scozia. Durante l’ultimo Old Firm tifosi dei Rangers hanno intonato una canzone che diceva “Big John Knew”. Il personaggio a cui si fa riferimento è il mitico Jock Stein, vincitore di vari trofei con il Celtic, fra cui la Coppa dei Campioni del 1967. L’episodio a cui si fa riferimento è invece meno conosciuto. I tifosi dei Gers riprendono un fatto accaduto alla fine degli anni Sessanta, quando alcuni giovani del Celtic Boys Club – un’accademia di ragazzi che avrebbe poi fatto da serbatoio per la prima squadra – vennero molestati sessualmente da alcuni allenatori. Nel 1998 Jim Torbert, allenatore dei giovani in quel periodo, fu messo in carcere. Pare invece che Stein sapesse quello che succedeva all’interno dell’accademia ma preferì non parlare. Questo atteggiamento dei tifosi dei Rangers è ancora più strano se si pensa che Stein è sempre stato rispettato dalla tifoseria dei Gers, tant’è che nel 1985 – il sabato seguente alla sua morte avvenuta per infarto durante un match di qualificazione mondiale fra Galles e Scozia, con il vecchio Jock sulla panchina scozzese e Alex Ferguson suo assistente, il pubblico protestante si alzò in piedi e stette in assoluto silenzio prima di una partita giocata a Kilbowie Park contro il Clydebank.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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