Alla ricerca del Vasco perduto
Vasco Rossi e la nascita di Red Ronnie
di Glezos
Pubblicato il 2015-07-30
Vasco è il principe dello Snoopy’s Dream nella periferia modenese, e la disco music che propone nelle sue serate è sostanzialmente radiofonica. I tempi dell’underground disco sono lontani e il 12” (il vecchio disco-mix) non è ancora così diffuso, quindi le sue playlist ricalcano quelle trasmesse in radio. Succede in tutta Italia: checchè se ne dica adesso, all’epoca la dj culture di stampo newyorchese alla Loft di David Mancuso nessuno sa cosa sia. I pochi mix a 12 pollici che girano non sono visti di buon occhio da chi va a ballare: sono noiosi e se non sono usati dai disc jockey per avere quei 6 o 7 minuti per prendere un break e andare in bagno poco ci manca. L’abitudine di mixare dischi che hanno tutti lo stesso bpm (beats per minute, battiti al minuto) non è ancora una regola fissa. Molti dj passano da un disco all’altro ‘a stacco’, facendo partire la musica seccamente e mettendo in sequenza dischi anche molto diversi tra di loro, con una varietà di scelta che costringe chi balla ad aggiustarsi per qualche secondo sul tempo del disco successivo.
Punto Radio diventa famosa anche sotto il profilo tecnico: Vasco e i suoi sono i primi a fare partire i dischi nell’istante immediatamente successivo alla fine dell’annuncio del dj, che per riuscirci fa fare al disco sul piatto un giro in senso inverso fino a leggerne il titolo sull’etichetta, per poi farlo partire. Ma a Punto Radio non c’è nessun segreto sulla pratica, che viene mostrata a tutti i dj o aspiranti tali che vanno in studio a Zocca per vedere come si fa. Vasco se ne ricorderà a lungo e lo racconterà 30 anni dopo sulla rivista ‘Il Blasco’: “Fu la rivoluzione: arrivavano da ogni parte per vedere come facevamo e noi, orgogliosi e generosi, glielo spiegavamo. Tanto eravamo comunque stati i primi a farlo, quelli più avanti di tutti”.
La differenza tra il Vasco radiofonico e quello in discoteca è tutta nella personalità straripante che emerge nell’etere: lui in radio non fa dj set, parla tanto tra un disco e l’altro, è in perfetta sintonia con gli ascoltatori e non è minimamente interessato a proporre manierismi e voce impostata. In locali come lo Snoopy’s parla meno sulla musica e tutto ruota attorno ai dischi, che sono in gran parte quelli suonati a ‘Sound On Sound’ con qualche chicca minore passata inosservata in radio. Ma Vasco è Vasco, e ai suoi seguaci piace anche quando è meno loquace. I pezzi cupi e minacciosi non fanno per lui, preferisce cose ottimiste e piene di spirito come ‘Heaven Must Be Missing An Angel’ dei Tavares, brano-prototipo da pianura padana spensierata che piace un sacco a tutti. Lo suona tantissimo in radio, annunciandolo con un perentorio, emilianissimo “To’ mo’, Tavares!” a piena voce, frase che diventerà un modo di dire tra le risate dello staff .
Ma c’è anche qualche scelta singolare. “A quei tempi c’è la mezzora dei lenti. Ma a Vasco i lenti non piacciono, quindi decide di virare su dieci minuti di dischi rock o funky, oppure un quarto d’ora di punk rock, che è la ‘nuova musica’. La sua logica non fa una grinza: se un disco gli piace ed è ammissibile che si possa suonarlo lui lo suona e stop” (1). Un caso tipico è quello di Paul Nicholas, attore inglese reduce dal controverso cult movie ‘Lisztomania’ di Ken Russell (1975). Nel dicembre 1976 Nicholas pubblica un album di party-song sgangherate e divertenti, che nessuno in Italia noterà. Ciononostante, Vasco pesca dall’album il singolo ‘Grandma’s Party’, pezzo ballabile buffissimo a metà strada tra Disco Tex e Hurricane Smith: lo trova irresistibile e inizia a suonarlo a tutta manetta, facendolo diventare in breve tempo un piccolo hit targato Punto Radio. Lui fa di testa sua: se è allegro, contagioso e se ci puoi ballare sopra, finisce sul piatto anche se gli altri lo snobbano.
Da qui a scatenare la leggenda di Vasco dj rock, però, ci sono un paio di oceani di mezzo. “Qualcuno in futuro racconterà – e lo dirà anche lui – che Vasco faceva discoteca rock o programmi per rockettari a Punto Radio, ma questa è un’invenzione. In quei giorni se un disco è buono abbastanza, lui si prende la licenza di infilarlo in scaletta, funky o rock. Ma sia in radio che nei locali deve suonare prima di tutto i dischi che fanno ballare la gente, e Vasco è ligio al dovere. Quindi al 90% è disco music” (1). Con 10-15 minuti di licenza: ad esempio ‘Rock’N’Roll’ di Lou Reed, ‘Black Betty’ dei Ram Jam (all’epoca spacciati incredibilmente per punk) e ‘Born To Run’ di Bruce Springsteen, un suo assoluto favourite. L’inno del Boss è un po’ troppo lungo e articolato, quindi non molto adatto in discoteca, ma è perfetto in radio e Vasco ci dà dentro. Il suo rock preferito è quello americano con molte venature pop, e ‘My Sharona’ degli Knack sarà un prototipo: vivace, uptempo, per niente cupa. Come Vasco, che nel frattempo imperversa in radio anche in appuntamenti come ‘Dove Arriva Quel Microfono’ nel contenitore mattutino ‘Liquerizio’, nel quale intervista insieme ad altri – tra cui il suo amico dj Mandrillo – dal politico di turno alla gente per strada su un po’ di tutto. In radio lui è sempre a suo agio e ha successo ovunque, comunque e con chiunque.
Che Vasco abbia un carisma fuori dalla norma se ne accorge anche Gabriele Ansaloni da Pieve di Cento, che bazzica le radio libere già da un po’. Dopo l’esordio a Radio Bologna Notizie nel 1975, Ansaloni si propone l’anno dopo a Punto Radio con una serie di interviste a personaggi più o meno importanti del pop tricolore: Vasco ne manda in onda qualcuna ma la collaborazione si ferma quasi subito. Insieme a Lucio Dalla, Francesco Guccini e Bonvi, nel 1976 a Bologna Ansaloni fonda Radio Marconi & Company. L’emittente chiude poco dopo nel periodo delle contestazioni e incidenti del ’77 bolognese (la breve collaborazione con Radio Alice è documentata dalle sue cronache degli scontri avvenuti in città in quei giorni, tuttora reperibili sul web in svariati siti). Subito dopo Ansaloni – sempre insieme a Bonvi – fonderà Il Premiato Circo Volante Del Barone Rosso, emittente che si trasformerà in breve tempo in Bologna Broadcasting Corporation (BBC).
Vasco e Gabriele si reincontrano qualche mese dopo ad Alassio alle premiazioni di Radio Estate Giovane, una specie di Grammy delle radio libere ideato dal settimanale Onda TV. Punto Radio vince come migliore emittente, Ansaloni come migliore trasmissione (‘Progressive Music’, Radio Marconi & Company), e durante la serata si celebra il primo screzio: Vasco dà una pacca sulla spalla a Gabriele, ma in mano ha un adesivo di Punto Radio che si incolla sulla schiena del giubbotto di pelle di quest’ultimo, che quando se ne accorge corre a strapparselo di dosso. Ma la colla ha già fatto il danno e ha scrostato via la vernice, e una volta tolto l’adesivo resta il logo di Punto Radio sul giubbotto di Ansaloni, che si incazza non poco. E’ il primo di una serie di scazzi seri e semiseri tra i due Rossi: Vasco e Gabriele, che scegliendo il soprannome di Red Ronnie nel frattempo è diventato rosso anche lui. (4-continua)
1 – Laura Ferrari/Eletttro, intervista.
Estratto del libro Alla ricerca del Vasco Perduto – Creazione di una rockstar italiana, di Glezos. Indiscreto Editore, 320 pagine a 15 euro. La biografia non autorizzata del cantante più amato: dai giorni da dj alla svolta di Albachiara, passando per l’epopea di Punto Radio, gli inizi e la strada verso il successo come chiavi per capire la musica e l’Italia degli anni Settanta, ma anche il Vasco Rossi dagli anni Ottanta ad oggi. In vendita su Amazon.it e in libreria. Il libro è disponibile anche in versione eBook a 6,99 euro, per Kindle di Amazon e per tutti i tipi di eReader attraverso BookRepublic, oltre che per iPad e iPhone andando su iTunes.