Tutti clienti degli sponsor

3 Giugno 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

1. Alla fine vuoi vedere che questa Confederations Cup interessa? Ma forse è perché in Sudafrica hanno un calciomercato in tono minore (in altri paesi, in contemporanea a Barcellona-Manchester United finale di Champions, ci sono stati canali che hanno organizzato prime serate sugli ultimi colpi: e ancora non si era nel vivo delle vicende Kakà, Ibrahimovic, Spalletti, eccetera). Di fatto c’è già il tutto esaurito per Italia-Brasile del 21 a Pretoria (Loftus Versfeld Stadium) e per la finale del 28 a Johannesburg, mentre in generale si sta viaggiando oltre i 400mila biglietti venduti: il 70% della capienza, e mancano ancora due settimane. Magari saranno tutti clienti e fornitori degli sponsor, in stile Montezemolo, ma di solito non funziona così.
2. Nessuna sorpresa per quanto riguarda le dodici città brasiliane del Mondiale 2014, ufficializzate dalla FIFA: Rio de Janeiro, San Paolo, Brasilia, Curitiba, Porto Alegre, Cuiaba, Manaus, Fortaleza, Natal, Recife, Salvador e Belo Horizonte. Non c’è ancora la certezza, ma non occorre Nostradamus per ipotizzare che la partita inaugurale dovrebbe giocarsi a San Paolo e quella finale a Rio. Nell’edizione maledetta (dai brasiliani) del 1950 le città ospitanti furono sei: Rio (al Maracanà sia la partita inaugurale che la finale), San Paolo, Belo Horizonte, Curitiba, Porto Alegre e Recife. Furono ventidue le partite in totale, di cui 8 al Maracanà e 6 al Pacaembu di San Paolo.
3. L’indisponibilità di Anderson ha riportato nella Selecao Kleberson, dopo cinque anni di assenza. Il volante del Flamengo, una delle mosse vincenti di Scolari nel 2002 (di fatto prese il posto di Juninho), sembra ci sia da sempre ma in realtà compirà trenta anni solo fra pochi giorni. Nel 2002, fra l’altro, grazie ad una sua azione il Brasile riuscì a tirarsi fuori da uno dei due momenti no del suo Mondiale (per l’altro, il gol di Wilmots negli ottavi, ci pensò l’arbitro): contrasto vinto ai danni di Scholes, palla a Ronaldinho, strepitosa azione del Gaucho e assist per Rivaldo. Guardare (o provare, alla Guido Angeli) per credere.
4. L’altroieri a Bucarest si è vista la Coppa del mondo vinta dagli azzurri, il trofeo che passa di mano ogni quattro anni e non la riproduzione. Esposta all’ambasciata d’Italia, nel quadro di un imprecisabile ‘Festival Italiano 2009’, anche per festeggiare il centesimo anniversario della federazione rumena: insomma, la sagra dell’inutilità. E idolatria più seriosa di quella trash di un Processo del Lunedì pre Italia Novanta, quando la coppa entrò in studio da Biscardi scortata da carabinieri in alta uniforme e applaudita in piedi dal pubblico.
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