Tre canzoni di Giuni Russo

Colpevolmente considerata dai più superficiali una cantante estiva, Giuni Russo è stata una delle più grandi voci della musica italiana. Scomparsa prematuramente nel 2004, ha proposto un repertorio capace di mettere insieme pop, sperimentazioni e ricerca interiore (indimenticabili le sue interpretazioni delle poesie di Santa Teresa D’Avila), non solo grazie alle sue storiche collaborazioni con Franco Battiato e all’album di culto Energie. Eccola quindi in gara anche lei al Festival di Indiscreto, con i suoi tre brani più ascoltati su Spotify.

Si parte con Un’estate al mare, canzone che compie 40 anni e che le consentì di raggiungere il grande successo. Scritto da Battiato insieme a Giusto Pio, è un brano tutt’altro che leggero visto che racconta la storia di una prostituta (“Nelle sere quando c’era freddo, si bruciavano le gomme di automobili “) che immagina appunto una vacanza al mare. Diventato comunque un simbolo dell’estate, lo ascoltiamo circolare tra spot e ricordi, trasmettendo nel contempo un po’ di malinconia.

Del 1984 è invece Mediterranea, contenuta nell’omonimo album e scritta dalla stessa Giuni Russo con Maria Antonietta Sisini, da sentire con gli occhi chiusi per coglierne tutte le sfumature: “Verso la notte, non mi abbandonare al mio silenzio e portami via da qui, per le strade che sai”. Una delle canzoni più belle di quell’anno e forse quella che Giuni Russo ha amato di più, presentata al Festivalbar in alternanza con Limonata Cha Cha Cha e Demenzial Song.

Infine Alghero, del 1986, che apre l’album Giuni. Anche qui un brano solo apparentemente solare ma che nella realtà esprime una ricerca di spensieratezza e di fuga, tra “corse sfrenate su moto cromate”. E vette vocali di nuovo inarrivabili. Un clamoroso successo, arrivato dopo la rottura con la CGD, una canzone sintesi della condanna mediatica di Giuni Russo, visto che chi non la conosce la ricorda soltanto per i tormentoni estivi. Ma è stata molto di più, come cantante e come autrice. 

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