Tre canzoni di Diana Est

10 Novembre 2022 di Indiscreto

Non tutta la musica del mondo è su Spotify, nonostante molti lo pensino. Per questo al Festival di Indiscreto dovremo giocarci alcune wild card, per artisti che all’unanimità la redazione ritenga meritevoli di partecipare al torneo che eleggerà il più grande cantante italiano di sempre. E la prima ce la giochiamo per Diana Est, che definire leggenda dell’Italo-disco è riduttivo. Leggenda e basta: dal 1982 al 1984 questa bellissima ragazza milanese, all’anagrafe Cristina Barbieri, ebbe un successo straordinario e sarebbe diventata una star internazionale se non avesse per motivi mai davvero chiariti abbandonato le scene all’età di 21 anni. Nessuno l’ha dimenticata e quindi è in gara anche lei con le due canzoni presenti su Spotify e con il suo successo più grande.

Nel 1982 si fece conoscere con Tenax, scritta da Enrico Ruggeri e Stefano Previsti, che entrò nella testa di tutti grazie anche al ritornello metà in italiano e metà in latino, oltre che per l’immagine di Diana Est: un po’ da dea della mitologia, un po’ da romana antica con il peplum, un po’ da donna del futuro con quel ciuffo new wave che in quell’epoca non guastava. “Forse è già mattino e non lo so – Un mondo latino inventerò – Tenax, Tena-Tenax – Sed modo senectus morbus est – Carmen vitae immoderatae hic est – Tenax, Tena-Tenax“. Ma soprattutto “Val la pena vivere – solo dalle undici“.

Su Spotify è presente anche il lato B di quel 45 giri, Notte senza pietà, scritta sempre da Ruggeri, meno dance e meno famosa di Tenax e proprio per questo diventata ancor più amata dai veri fan di Diana Est. “Notte senza pietà – poca lucidità – quante cose farò – Una notte Plastic – con un anima chic – non mi nasconderò – Vita da dimenticare – tutto è un po’ particolare – cambia la mia musica“. Di culto il riferimento al Plastic, locale fondato nel 1980 e per tanti anni simbolo di trasgressione.

Del 1983 è il successo più grande di Diana Est, con un altro capolavoro di Ruggeri: Le Louvre, inno generazionale che conquistò l’Europa e non per modo di dire. “Fuori dai musei – nuovi amici miei – si distruggerà la civiltà delle banalità – Su seguitemi ( Le Louvre ) – esibitevi ( Le Louvre ) – alta moda va (Le Louvre) – vincerà chi si distinguerà – Computer dimmi se, di nuovo liberi – con la Gioconda corrono nei vicoli – Tempi di mutamenti, nuove modernità“. Testo clamorosamente preveggente e grande interpretazione.

L’anno successivo ci sarebbe stata un’altra hit, Diamanti, con cambio di immagine e di sonorità (un interessante tentativo di fare la Grace Jones italiana), ma soprattutto la rottura con Ruggeri ed in generale con la discografia (curiosità: è nipote di Mario Lavezzi, ma non è che migliaia di persone abbiano comprato i suoi dischi per questo). E così questa dea moderna e senza tempo, fra l’altro ottima cantante (cosa che non si può dire del 90% dei protagonisti dell’Italo-disco), scomparì nel nulla rifiutando mille trasmissioni di revival e facendo soltanto qualche apparizione in contesti fuori dal giro. Abbiamo letto che fa l’antiquaria e non vogliamo approfondire: per sempre sarà Diana Est.

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