Calcio
Traoré a Castrocaro
Stefano Olivari 23/07/2012
Confessiamo di non avere seguito le prime due mezze partite del trofeo Tim. E ci siamo pentiti di avere guardato per pura mancanza di alternative la terza, il derby milanese. La vita in periferia è durissima, può accadere di affacciarsi alla finestra e di vedere un quindicenne che si masturba e sua nonna con la vestaglia a fiori che mangia una mela a fine pasto. E allora meglio la televisione. Anche se è brutta. Non tanto per quello che si è visto sull’orrendo campo di Bari, comunque non esaltante, ma già con le formazioni in sovraimpressione. Noi conoscevamo tutti i giocatori in campo solo perchè abbiamo curato un libro sul calcio giovanile, non certo per interesse e meno che mai per passione. Forse qualche appassionato di calcio giovanile anche. Ma una persona più fortunata, che considera il calcio solo un passatempo, avrà almeno sentito nominare più di metà dei giocatori in campo? Azzardiamo un elenco di nomi che l’utente medio di Telelombardia avrà pensato fossero finti, fra quelli in campo dall’inizio e quelli subentrati: Albertazzi, Benassi, Bianchetti, Carmona, Cristante, Ganz (ovviamente figlio), Iotti, Longo, M’Baye, Pasa (figlio anche lui), Prosenik, Valoti (terzo ‘figlio di’, ormai è come nel giornalismo e nella medicina). In pratica, in 45 minuti di derby si sono visti in campo 12 semisconosciuti che fino a un anno fa, non un secolo, si sarebbero a fatica intravisti in squadra A-squadra B. Al di là del fatto che il più sconosciuto di tutti fosse non un giovanissimo bensì il ventisettenne Traoré, ma non si può dire perché bisogna sempre millantare di avere visto ogni partita di ogni sport (poi è chiaro che in Italia è piano di gente che sa tutto di Amiens e Nancy). E quindi? Questo festival degli sconosciuti, questa Castrocaro presente e futura che anche grandi club fanno passare per filosofia illuminata quando invece dipende solo dai problemi privati di Berlusconi e Moratti, è deprimente. E il fatto che una di queste squadre, al momento è messa molto meglio l’Inter, rischi di arrivare seconda in serie A rende la situazione ancora peggiore. Avete trasformato il tifoso in un consumatore? Ecco, adesso farebbe bene a consumare di meno.