Svegliarino

The Bridge, seconda stagione alla Santoro

Stefano Olivari 24/10/2014

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È da qualche giorno terminata la programmazione italiana su Fox Crime della seconda stagione di The Bridge, la serie ricalcata sulla nordica (svedese e danese) Bron ma ambientata fra El Paso e Ciudad Juarez, in quella zona di confine fra Stati Uniti e Messico dove sono in vigore molte leggi ma in sostanza nessuna. Rispetto alla prima stagione la sensazione di sgradevolezza si è un po’ attenuata e le atmosfere twinpeakseggianti si sono ridotte, ma l’impianto è più o meno rimasto lo stesso. La protagonista, la detective Sonya Cross (cioè Diane Kruger), è stata resa dalla sceneggiatura molto più ‘normale’ e meno Asperger, mentre il suo partner messicano Marco Ruiz è al solito incasinato e combattuto fra le origini (figlio di un malavitoso e lui stesso amico d’infanzia del boss e dei boss Fausto Galvan) e il suo sentirsi un corpo estraneo nella corrotta polizia messicana ben sintetizzata dalla figura del capitano Robles.

I personaggi dominanti, come spesso accade, sono i cattivi: su tutti la inquietante Eleanor Nacht, contabile dei narcos dal passato tremendo. Non bisogna dire che qualsiasi cosa è un capolavoro e secondo noi The Bridge non lo è, ma poche serie come questa sanno dare nobiltà ai personaggi secondari: dal freddo banchiere Cerisola (Bruno Bichir, fratello del Demian che interpreta Ruiz) a un monumentale Lyle Lovett (cantante country che noi beceri conosciamo più come ex marito di Julia Roberts), dal giornalista tossico Daniel Frye alla tormentata cougar-vedova Charlotte Millwright, tutti lasciano il segno ben più della trama principale, nulla più di una pseudo-guerra che coinvolge servizi deviati, criminalità di strada e criminalità finanziaria. Mancavano giusto Dell’Utri, Ciancimino junior e Ingroia per avere buona parte dei contenuti del Fatto o di una trasmissione di Santoro, con l’aggiunta di considerazioni oltre il confine del politicamente scorretto sulle differenti culture.

Alla fine sulla trama prevalgono i personaggi e le sensazioni, per questo da The Bridge è stato difficile staccarsi nonostante l’evidente calo di ispirazione. Ma FX ci è venuta incontro nell’impedirci di buttare via altre ore di vita, cancellando la già prevista terza stagione.

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