Stadio senza commento

8 Marzo 2010 di Marco Lombardo

di Marco Lombardo
Riflessioni da ex sull’aumento del pubblico, la simpatia di Mauro e il calcio nelle mani dell’uomo…
1. Da 24.167 a 24.559. Siccome il nostro calcio è come la Nba, il calcolo della Lega Calcio sulla media del numero di spettatori paragonato a un anno fa provoca un minimo di sorriso: negli stadi, insomma, ci sono 392 spettatori in più e troveremo di sicuro qualcuno, nei vari centri studi, a dirci che è già un grande successo. Per carità: la nostra serie A si gioca in stadi che sono gli stessi rispetto a quelli di 20 anni fa (pochissime eccezioni a parte) e quindi esultiamo, gente. Però insomma noi grandi ex ci chiediamo perché, ad esempio, qualcuno preferisca ancora ad andare a gelarsi a San Siro piuttosto che giacere in una comoda poltrona di casa con il 16:9 e l’Hd. Come dite? Ah già, allo stadio non si sente il commento di Massimo Mauro.
2. Mauro, diciamolo subito, è competente e la cosa per un commentatore calcistico non è scontata. Nemmeno per gli ex calciatori, quasi sempre disinformati e generici. Così come non sono scontati il buon uso dell’italiano e l’impegno nella fondazione per la lotta alla Sla da lui fondata con Gianluca Vialli. Dunque l’ideale per una tv, a livello di immagine personale. Peccato però che non riesca a non farsi travolgere dalle antipatie, magari non proprio sue: a lui (lui?) Mourinho gli sta sulle scatole, figuriamoci l’Inter. Ieri sera era tutto un “questo non era fallo”, “Balotelli non può fare così”, “Che bel Genoa!”. Tutto, per carità, giustificato dalla prestazione nerazzurra, ma pure caricato dai suoi convincimenti. Insomma: a volte Mauro suonava un po’ stonato . Ma forse siamo noi ad esserci fatti travolgere. Dalla simpatia, ovviamente.
3. Niente tecnologia, né ora né mai. Il verdetto dell’International Board è stato chiaro, perfino nel momento in cui gli arbitri chiedono aiuto perché non ce la fanno più. Ma l’ente che decide le regole del calcio è stato inflessibile, perché loro sì che se ne intendono. Infatti: l’organismo è composto dai membri delle quattro federazioni britanicche, più quattro designati dalla Fifa. Nessuno di loro ha giocato a calcio, nessuno di loro ha allenato e nessuno di loro – soprattutto – ha mai fatto l’arbitro. Sarà per questo allora che l’unica decisione geniale partorita è stata quella di aggiungerne due, di fischietti, perché dodici occhi vedono meglio di otto e soprattutto “il calcio deve restare nelle mani dell’uomo”. Cioè Blatter?
Marco Lombardo
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