Sinner predestinato alla Agassi

2 Settembre 2020 di Stefano Olivari

Jannik Sinner diventerà il tennista numero uno del mondo o giù di lì, dopo la sconfitta di ieri con Khachanov agli US Open lo pensiamo ancora di più. E non perché abbia perso 7-6 al quinto set contro il numero 16 del mondo, dopo essersi infortunato alla schiena quando era due set sopra. O perché nella sua classe di età (ha da poco compiuto 19 anni) è nettamente il più forte del circuito.

Lo pensiamo perché ogni volta che vediamo giocare questo ragazzo percepiamo un carisma naturale, un’aura da predestinato, che alla sua età pochi campioni hanno avuto: Borg, McEnroe, Becker, Agassi, Nadal, Djokovic, senza nulla togliere a Federer che ha messo insieme i pezzi del suo enorme talento qualche anno più tardi. Insomma, magari fra due anni torna a fare i Challenger ma non pensiamo.

Non solo per l’abbigliamento, ma anche per i colpi da videogame e il disumano timing per l’anticipo, il paragone che ci sembra più corretto per Sinner è quello con il diciannovenne Agassi, fisicamente diverso ma che aveva lo stesso impatto sugli avversari. Un Agassi che non vinceva Slam, diversamente dai diciannovenni Borg e Becker, ma era chiaramente su un altro pianeta rispetto a tutti gli altri, pur avendo lacune tecniche di cui era il primo a lamentarsi (ancora quattordicenne si lamentava con il padre che Bollettieri non gli insegnasse le volée).

Un conto è essere molto forti ed adatti al tennis di oggi, cioè essere Berrettini, un altro è poter almeno sognare di entrare nella storia: Sinner ci sembra giochi in questo campionato. In un’epoca un cui tutti sono predestinati ci sembra che lui lo sia sul serio.

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