Se Cadel rimane in piedi

21 Luglio 2008 di Stefano Olivari

1. Prato Nevoso. Cadel Evans non avrà più niente da perdere, alla partenza della cronometro di sabato (53 Km tra Allier e Cher: strong enough). Niente, a parte la vittoria di questo sfuggente, sfigatissimo 95° Tour de France, incerto e insicuro almeno come gli ultimi due. Quassù dove sciano gli uomini di mondo e di Mondovì – nel primo dei tre giorni alpini, milite esente Damiano Cunego – lo squadrone Csc-Saxo Bank ha fatto quindi leva obbligatoria sulla sua superiorità numerica, isolando e accerchiando il nemico. Ben addestrato Andy Schleck. Ancora meglio Carlos Sastre, rientrato nei ranghi. Di fatto, operazione maglia gialla portata a termine con successo. Contenuta, in extremis, anche la perdita di Frank Schleck da Bernhard Kohl. Ma il capitano lussemburghese è tanto veloce negli arrivi in salita, quanto lento contro il tempo. E ahilui potrebbero non bastare 2′ di vantaggio, eventualmente accumulati sugli avversari. Dalla cima della Bonette, fino alla pedana di Cérilly. Chance per Denis Menchov, a questo punto? Provincia granda, piccolo mistero.
2. Nessuna sorpresa. In gruppo, tra gli organizzatori, nel sèguito. Negativo, se l’aspettavano tutti. In attesa delle controanalisi, la non notizia della positività all’anti-doping di Riccardo Riccò (in più d’un controllo?) ha subito suscitato, a caldo nell’ambiente, reazioni generalizzate d’impressionante freddezza. In particolare nelle dichiarazioni – raggelanti – di team manager e corridori delle squadre francesi. Con la rimarchevole eccezione dell’Agritubel di Christophe Moreau. Le accuse dirette al/ai Saunier Duval-Scott non si spiegavano per un fatto d’antipatia personale, evidentemente. La difesa dell’indagato “per assunzione di sostanze nocive, nella fattispecie Epo” proverà piuttosto a dimostrare l’inattendibilità o la contraddittorietà del sistema adottato dall’Aso, sotto l’egida della sola Federazione ciclistica nazionale. Premesso che la stessa Agenzia anti-doping transalpina, in data 11/7, aveva già denunciato l’assoluto rispetto dei protocolli mondiali. Garbugli che non c’azzeccano con lo sport, obietteranno i miei venticinque lettori. Tutta colpa dei capponi.
3. Letto veramente, tra un dispaccio di giudiziaria e l’altro, “Il racconto del ciclismo. Giro d’Italia e Tour de France ’98 in televisione”. A cura di Giorgio Simonelli, collana Vqpt Rai-Eri. Formidabile quell’anno il movimento mediatico attorno alle corse e ai corridori, da maggio a luglio. Marco Pantani buca il video. Record d’ascolto per la Montceau-les-Mines-Le Creusot dell’1/8 (terzo canale, sabato pomeriggio: spettatori 4.230.000, share 47,7%). Due eventi seriali a confronto, due testi di narrazione diretta sovrapponibili, sottintendono i semiologi. Somiglianze nella retorica cronachistica. Differenze nei mezzi tecnici impiegati, ai fini registici. In Italia non si perde d’occhio l’agonismo. In Francia anche ma non solo, allargando lo sguardo al paesaggio. Quanto ai contenuti, netto lo stacco dalla mera trattazione dell’affaire Festina-Lotus ai voli pindarici sopra le gesta del Pirata. L’ammiraglia guidata da Willy Voet non passò la frontiera franco-belga, l’8/7 a Neuville-en-Ferrin. E la sua (pessima) fama si spense definitivamente sul Galibier, tempo diciannove giorni di riprese.
4. La chiameremo Katyusha. Cambio d’identità per il team Tinkoff Credit Systems, la squadra omonima del “presidente ciclista” Oleg, “uomo di affari riuscito” (autopresentazione). Annunciata una rivoluzione di novembre sotto l’egida del Russian Global Cycling Project, fondazione per lo sport con un portafoglio di 30 milioni di Euro. Costituita, tra gli altri, con il contributo di tre main sponsor: Gazprom, Itera, Rostechnologii. Team manager confermato Stefano Feltrin. Direttore generale del progetto, nominato l’attuale responsabile dell’Autorità governativa per lo sport moldavo, il già sovietico, russo, passaporto ucraino, appunto moldavo, infine belga, Andrei Tchmil nato non lontano dal confine cinese, casa a Moniga del Garda, vita straordinaria. Esperienza da vendere, denaro da spendere, corridori da comprare. Qualche nome? “Siamo interessati a Cadel Evans, Carlos Sastre, Fabian Cancellara, Robbie McEwen, Filippo Pozzato, Gert Steegmans”. Tutto qui, si limitano a dire dallo staff. Primo obiettivo disputare il Tour de France 2009. A qualche settimana dal Grand Prix of Sochi.

Francesco Vergani
francescovergani@yahoo.it

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