Scarpe a volte d’oro

4 Aprile 2008 di Stefano Olivari

1. Martedì sera, quando Cristiano Ronaldo si è alzato in cielo ed è andato a incornare in rete un perfetto cross di Scholes, tutto il pubblico allo stadio e davanti alla tv ha dissipato gli ultimi dubbi: questo non è più un ottimo giocatore che si accende e si spegne a intermittenza, ma trattasi di vero campione, probabilmente uno di quelli che diventerà un grandissimo. Tra l’altro Cristiano Ronaldo probabilmente alla fine della stagione si porterà a casa anche il trofeo della Scarpa d’Oro. Questo trofeo, tanto bistrattato anni fa, sta tornando ad avere una certa credibilità, visto che negli ultimi due anni è stato vinto anche da Totti e Toni(e per certa critica italiota quando un italiano vince un premio questo acquista importanza universale), ma soprattutto per il nuovo sistema di assegnazione del punteggio che è stato introdotto undici anni fa. Infatti dal 1997 il riconoscimento viene conferito al giocatore che, durante la stagione calcistica, ha ottenuto il miglior punteggio calcolato moltiplicando il numero di reti messe a segno nel campionato nazionale per il coefficiente di difficoltà del torneo stesso. Il coefficiente si riferisce alla classifica Uefa per nazioni e vengono assegnati 2 punti per ogni gol messo a segno nei tornei nazionali che vanno dal primo all’ottavo posto della classifica, 1,5 punti per quelli posizionati dall’Uefa fra il nono e il ventunesimo posto e 1 punto per tutti gli altri. Fra le tante cose peggiorative introdotte da Fifa e Uefa negli ultimi quindici anni questa è sicuramente stata una novità positiva, rimane democratica ma introduce un principio di diversa difficoltà.

2. Certo, per alcuni “malati” di calcio estero come noi è difficile non rimpiangere i bei tempi andati(lo facciamo sempre è vero, purchè si parli di calcio: il “nostalgismo” ci parte in automatico). Come non ricordare però la doppia vittoria di Dudu Georgescu, attaccante della Dinamo Bucarest capace di realizzare 33 gol nel 1974/75 e addirittura 47 nella stagione 1976/77? Il mai dimenticato Kees Kist, vincitore con l’AZ 67 Alkmaar nel 1979 oppure lo sconosciuto bulgaro Georgi Slavkov del Trakia Plovdiv, che si affermò nel 1981. Un caso divertente (ma non lo fu poi così tanto all’epoca, tanto che fu uno dei motivi per i quali la Scarpa d’Oro perse di valore) fu quello successo nel 1987, quando Rodion Camataru della Dinamo Bucarest si aggiudicò il premio realizzando 44 gol in 33 partite. Fin qui nulla di così strano – anzi ci sarebbe da fare i complimenti al buon Rodion -, ma se si pensa che l’attaccante rumeno realizzò diciotto gol nelle ultime sei partite, forse qualcosa di strano è successo. Toni Polster, che quell’anno si classificò al secondo posto con 39 reti nel campionato austriaco, la prese molto male. La Federazione di Vienna, su pressione dello stesso Polster, chiese a quella rumena di poter visionare tutti i gol di Camataru. Possibilità che ovviamente venne negata da Bucarest, probabilmente per fantomatici motivi di sicurezza nazionale. Dopo la caduta di Ceausescu stranamente la Scarpa venne assegnata a Polster(che nel 1987 non si era presentato alla cerimonia di Parigi per ritirare la Scarpa d’Argento).

3. Un altro caso simile si verificò nel 1991. Il vincitore fu il Cobra Darko Pancev, ma ci fu una protesta della Federazione cipriota che sosteneva che un giocatore del campionato locale avesse messo a segno 40 gol nella stessa stagione: anche in questo caso le immagini video non erano disponibili. Cosicchè France Football, creatrice anche di questo trofeo, decise di rendere la competizione non ufficiale fino al 1996, quando venne introdotto il nuovo sistema a punti. In questo periodo di “inufficialità” il più penalizzato fu l’attaccante dei Rangers Ally Mc Coist, che sia nella stagione 1991/92 che in quella 92/93 realizzò 34 reti. Nel 1994 poi si negò la gloria internazionale all’attaccante gallese David Taylor, capace di realizzare 43 gol (tutti dimostrabili) giocando nelle file del Porthmadog. Nel 1997 vinse il Ronaldo allora barcellonista e poi dopo di lui Makaay, Henry, Forlan e Toni, fino ad arrivare ai 26 gol e 52 punti totalizzati da Totti nello scorso campionato italiano.

4. Dicevamo all’inizio di Cristiano Ronaldo. Il Manchester United, con la vittoria di Roma, ha posto una seria ipoteca per il passaggio alle semifinali di Champions League. Salvo sconquassi affronterà il Barcellona del quasi esonerato Rijkaard. Dall’altra parte del tabellone bel pareggio fra Arsenal e Liverpool all’Emirates Stadium. Paradossalmente il pareggio potrebbe favorire l’Arsenal, anche se gli uomini di Benitez hanno segnato un gol fuori casa. I Gunners infatti si trovano a meraviglia quando devono fare la partita, il Liverpool da parte sua si rintanerà probabilmente in difesa. Certo che i Reds della Coppa sono un’altra cosa rispetto al campionato. Sabato intanto si replica in Premier lo stesso scontro, importante soprattutto per l’Arsenal. Nell’altro quarto è arrivata la sorpresa, con il Chelsea battuto in rimonta a Istanbul dal Fenerbahce. Se i Blues riusciranno però a passare il turno a Stamford Bridge, si potrebbe ripetere una semifinale con il Liverpool e sarebbe la terza in quattro anni.
5. Perdonateci se parliamo di noi, ma lo troviamo più onesto che mendicare marchette ad amici e colleghi. Lunedì 7 aprile, con inizio alle 21, ci sarà una serata organizzata dal pub Fourfourtwo di via Procaccini a Milano che tratterà dei giochi legati al calcio: ‘Dal Subbuteo al Fantacalcio’. Oltre a noi, con il libro sul Subbuteo (‘Vite in punta di dito’), ci saranno Simone Stenti, che farà più o meno da presentatore e il direttore di Gazzetta.it Diego Antonelli. Saranno presenti anche il direttore e la redazione della Settimana Sportiva, che per l’occasione usciranno dalle catacombe. Domenica 13 aprile alle ore 16 circa saremo invece al centro culturale ‘Scighera’ di Milano, zona Bovisa. Noi e tutti gli altri autori che vorranno intervenire, saremo su un palco a discutere di Subbuteo insieme a Paolo Maggioni di Radio Popolare. La settimana dopo appuntamento a Roma, per la Subbuteo Fair. Domanda: siamo nostalgici? Risposta: sì.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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