Risposta a Berrettini

9 Settembre 2021 di Stefano Olivari

Fra Djokovic e il Grande Slam ci sono soltanto, si fa per dire, Zverev e Medvedev, ma per il momento con gli occhi pallati perché il tennis, come quasi tutto, preferiamo vederlo in diretta, diciamo che per piegare Berrettini ci è voluto uno dei migliori Djokovic di una stagione già per lui stellare. Dopo aver perso un primo set di intensità sportiva ed emotiva spaventose Djokovic è entrato nella sua zona, quella in cui risponde al servizio dell’avversario, anche a quelli di Berrettini, sempre, sempre, sempre. Berrettini ha servito anche meglio che nella finale di Wimbledon, come percentuali, ma a Londra vinse il 76% dei punti dopo aver messo la prima mentre a Flushing Meadows ci è riuscito soltanto nel 60% dei casi. Con questa base Djokovic ancora a 34 anni è ingiocabile per chiunque, anche se Tokyo ha dimostrato che in certi momenti la sua concentrazione disumana può portarlo a scoppiare.

2. Il rigore parato da Peacock-Farrell a Seferovic, in una partita che comunque la Svizzera ha giocato male, ha ribaltato le prospettive della Nazionale di Mancini che a questo punto dovrà soltanto evitare di perdere il 12 novembre contro la Svizzera e di suicidarsi tre giorni dopo contro l’Irlanda del Nord. Per presentarsi all’Olimpico con due risultati su tre a disposizione la Svizzera dovrebbe battere con 8 gol complessivi di scarto Irlanda del Nord e Lituania, cosa possibile ma non probabile. Insomma, al di là dei record galattici ottenuti per metà contro squadre inguardabili l’Italia è quasi al Mondiale. Questa la notizia bella, mentre quella brutta è il metro di giudizio dei media, che hanno deciso che Raspadori e Kean sono i nuovi Paolo Rossi, mentre Immobile, colpevole di avere giocato le partite vere, è da buttare: siamo al livello dei titoli di una volta per le goleada contro selezioni valdostane o trentine.

3. A proposito, c’era molta curiosità per i dati di luglio dei quotidiani sportivi di luglio, per vedere l’effetto combinato dell’Europeo vinto dall’Italia e della prima metà delle Olimpiadi di Tokyo. La Gazzetta dello Sport ha venduto 131.222 copie di media al giorno, fra cartaceee e digitali, 26,3% in più rispetto alle 103.881 del  luglio 2020. Il Corriere dello Sport 52.251 copie, più 9,60% rispetto alle 46.658 di un anno prima. Tuttosport 31.779, meno 21,30% rispetto alle 40.374 del giorno medio di luglio 2020. Forse vediamo solo ciò che vogliamo vedere, ma ci sembra che come lettori i Giochi abbiano spostato più del calcio.

4. Cosa pensiamo dei fan token, che adesso ha anche l’Inter, oltre a Juventus, Milan e Roma? Per come sono stati proposti sono proprio, come dice il nome stesso, dei gettoni per tifosi (acquistabili con euro veri) e non una criptovaluta. Questo non impedisce che con opportune manovre il loro valore aumenti o crolli nel tempo, come per francobolli, monete fuori corso, Tex, qualsiasi cosa a cui un gruppo di persone attribuisce un valore senza che per questo sia definibile moneta. Insomma, come investimento non li compreremmo perché i club alla canna del gas avranno sempre la convenienza di inventarsi nuove emissioni, ma come giochino si è visto di peggio.

5. L’88% delle federazioni del mondo è favorevole al Mondiale di calcio biennale, secondo quanto detto da Infantino a Sky Sports UK. Gli crediamo, perché anche più dell’88% delle federazioni del mondo se sparisse dalla sera alla mattina non lascerebbe rimpianti in chi rimane. Peccato non avere una struttura di voto tipo rugby, adesso è troppo tardi. Lo sport non è certo l’unico ambito in cui poveri ed in generale mantenuti dettano le leggi a chi li mantiene, ma è quello in cui l’ingiustizia è più evidente. Popcorn pronti per la richiesta della Lega di A di parte del premio UEFA di Euro 2020.

 

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