Quando il sigaro si accendeva

3 Maggio 2007 di Stefano Micolitti

Due grandi squadre e non poteva essere altrimenti, gli All Time Team dei Celtics rispecchiano fedelmente quella che è stata la storia della franchigia: una dinastia irripetibile durata oltre un decennio, una buona squadra a metà anni Settanta, che ha probabilmente raccolto più di quanto non meritasse, ed una squadra straordinaria che negli anni Ottanta ha riportato i Celtics ai fasti gloriosi del passato; da allora nulla di rilevante da segnalare, anche a causa di eventi tragici come le morti di Reggie Lewis e Len Bias, che sicuramente hanno minato la costruzione di altri progetti vincenti. E’ passato troppo tempo dalle ultime vittorie ed il nostro auspicio è che non ne passi ancora molto prima di poter nuovamente palpitare per un game 7 di finale di conference tra Celtics e Sixers…ed una sfida tra i due All Time Team ? Mmh, scelta difficile…prendendo tutti al loro picco di rendimento con la franchigia, forse più talento individuale nei primi 12 dei Sixers ma più capacità di vincere con continuità nei Celtics e, per quanto ci riguarda, può andare in un senso o nell’altro, è solo una questione di opinioni. Senza dubbio, invece, maggior profondità nei Celtics se consideriamo tutti e 24 i giocatori. L’autore di tutto ciò ha un nome ed un cognome, oltre che un sigaro perennemente acceso, anche adesso che non è più su questa terra…Red Auerbach può tranquillamente essere considerato una delle più grandi menti nella storia del basket americano, semplicemente straordinari alcuni suoi movimenti che hanno portato a Boston giocatori come Russell, Sharman, McHale, Parish, Bird, e si potrebbe andare avanti per un bel po’…detestabile invece per altri suoi atteggiamenti, soprattutto, per quanto ci riguarda, per il suo disprezzo nei confronti dell’ABA e dei suoi giocatori, disprezzo che ha reso difficile l’elezione nella Hall of Fame di alcuni giocatori con importante passato ABA e che ancora oggi tiene lontano dalla Hall un giocatore come Artis Gilmore colpevole di aver giocato i suoi anni migliori nella red, white & blue league; ma questo è un argomento che toccheremo in altre puntate, quando analizzeremo le squadre con passato ABA. Dando un’occhiata ai draft dei Celtics non possiamo fare a meno di sottolineare la grande capacità nel valutare i talenti: tra tutti i giocatori scelti dai Celtics gli unici che sono stati lasciati andare via troppo presto ed hanno avuto successo altrove, sono stati un grandissimo Paul Westphal ed un inconsistente, ma senza dubbio emergente, Chauncey Billups. Una curiosità…cosa ne dite di questo quintetto ? G PETE MARAVICH G DAVE BING F DOMINIQUE WILKINS F BOB MCADOO C BILL WALTON E come primi cambi G PAUL WESTPHAL F MARVIN BARNES C ARTIS GILMORE Niente male…beh tutti questi ragazzi hanno vestito la maglia dei Celtics, chi a inizio carriera, chi alla fine…l’unico che ha giocato a Boston al vertice della sua carriera è stato Bob McAdoo, che però è stato subito osteggiato da allenatore e compagni e non considerato da Celtics…dopo 20 partite con 20.6 ppg e col 50% dal campo al grande Bob sono state messe le valigie sul pianerottolo. Ed ora consueto rullo di tamburi per l’elezione dei BEST SHOOTER, BEST PASSER e BEST DUNKER nella storia della franchigia. BEST SHOOTER – Certamente a Boston i tiratori non sono mai mancati, assolutamente funzionali al loro gioco: muovere la palla, hit the open man e poco one on one…Bill Sharman, John Havlicek, Charlie Scott, Danny Ainge, Reggie Lewis, Tiny Archibald i principali; ma il più grande Celtic shooter di sempre non può essere altri se non LARRY BIRD…tecnica perfetta, frustata morbidissima, minima elevazione e solo rete il più delle volte. Dagli angoli, dalle ali, dal top of the key, da tre, Larry Legend aveva un range praticamente illimitato e poi non ricordiamo, MJ a parte, un clutch player così devastante. Eppure, anche se sicuramente può sembrare una bestemmia, ci rimane un piccolo tarlo nel cervello che fa sì che ogni tanto ci chiediamo cosa sarebbe stato Larry se, invece che a Boston, avesse passato la carriera a Kansas City, piuttosto che a Dallas o Indiana…main man con compagni scarsi, molti tiri a partita e per la maggior parte frutto di uno contro uno ed il più delle volte con due uomini addosso…ce lo chiediamo spesso e non abbiamo una risposta…certo, la classe di Bird è immensa, ma siamo convinti che tra i 10 più grandi di sempre Bird sia quello che più di tutti ha tratto beneficio dalla squadra in cui ha giocato. BEST PASSER – Bird straordinario, il migliore di sempre nel suo ruolo e poi Archibald, anche se molto meno incisivo ed immaginifico del fenomeno di Kansas City, e poi molti altri, puliti ed ordinati, ingranaggi di un meccanismo perfetto…ma anche qui non ci sono grossi dubbi…BOB COUSY è il miglior passatore della storia dei Celtics…visione periferica fuori dal comune….dietro la schiena, sotto le gambe, dietro la testa, no look, non vi era tipo di passaggio che Cousy non fosse in grado di fare e la maggior parte di questi non si era mai vista prima….anni avanti ai suoi tempi. BEST DUNKER – In una franchigia dove i flashy players sono sempre stati visti come il fumo negli occhi, trovare dei dunkers è compito alquanto arduo…Wilkins ha giocato una sola stagione e non era più il giocatore esplosivo degli anni migliori, Dee Brown ha vinto un dunk contest ma il vero dunker si vede in partita e non al circo, Reggie Lewis non era molto spettacolare ma andava su ed affondava con autorità se c’era la possibilità di farlo, Charles Bradley, guardia di 6’5… è stato senz’altro il più esplosivo che io ricordi, 2 feet dunker con elevazione spaventosa e violente affondate a due mani con palla che parte da dietro la testa. Con i Celtics abbiamo finito, magari fra un decennio rivedremo qualche giudizio ma già l’aver lasciato fuori i giocatori del presente (comunque a parte Paul Pierce nessuno sarebbe stato della partita) ci ha permesso di essere relativamente obiettivi. Aspettateci, se potete…

Stefano Micolitti
smicoli@tin.it

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