Quale laurea scegliere per trovare lavoro?

6 Marzo 2019 di Indiscreto

Ci sono lauree che assicurano una decente vita lavorativa più facilmente di altre, non c’è bisogno di una grande inchiesta per capire che in assenza di una vocazione particolare sia meglio studiare ingegneria che giornalismo. La domanda ‘Quale laurea scegliere?’ ci sembra però adattissima al giorno in cui le richieste di reddito di cittadinanza sono partite… Lo spunto è arrivato da questo articolo del Sole 24 Ore sui laureati inutili, cioè quelli con un titolo di studio poco richiesto dal mercato del lavoro. Il punto di partenza, controintuitivo, è che l’Italia ha una percentuale di laureati fra le più basse in Europa e questo nonostante negli ultimi anni si siano aperte le gabbie e si definisca laurea anche ciò che non lo è, anche senza entrare nel merito di certe lauree triennali che rivalutano i workshop di Criscitiello. Eppure pur non frequentando circoli di élite siamo circondati da laureati disoccupati, sotto-occupati o che vivacchiano, senza dover andare in Campania o in Calabria a cercarli. L’ultima cosa che per esperienza personale diremmo, insomma, è che in Italia ci siano pochi laureati. Però i numeri di Eurostat dicono che nella fascia 25-34 i laureati in Italia sono il 26,4% contro il 38,8 della media europea: peggio di noi soltanto la Romania…

I numeri dicono anche che la disoccupazione dei laureati nella fascia 25-39 anni può toccare il 13%, contro il 4 dei corrispondenti tedeschi. Spiegazione telefonata: la Germania ha molti più laureati, in proporzione, nelle discipline scientifiche o al limite economiche, mentre l’Italia ne ha molti di più in materie umanistiche. Andando più in profondità, però, si nota anche che il 20% della forza lavoro italiana è sovraqualificata rispetto alla struttura economica dell’Italia: in altre parole, meglio il laureato in ingegneria di quello in lettere, ma anche il primo in determinati contesti può passarsela male. Il ‘Quale laurea scegliere’ diventa così un argomento meno scontato di quanto indichi il senso comune. Con il paradosso che l’Italia è piena di persone sovraqualificate ma anche sottoqualificate, visto che le famiglie (inutile negarlo) vedono di solito gli istituti professionali come qualcosa di serie B. Stupidamente, aggiungiamo noi, ma questa è la realtà. In questa logica meglio un figlio laureato in lettere in coda per il reddito di cittadinanza che un fabbro strarichiesto.

Il nostro sondaggio è quindi di una semplicità estrema: in assenza di una predisposizione particolare del ragazzo o della ragazza, cosa da valutare sempre (uno dei nostri professori di educazione fisica avrebbe potuto avere in classe anche Maradona e Michael Jordan, ma li avrebbe comunque impostati solo per i 110 ostacoli) con attenzione, quale corso di laurea consigliereste ai vostri figli diciottenni nella prospettiva del trovare lavoro? Abbiamo raggruppato varie aree, dando definizioni semplificate, ma ci sembra che i concetti siano chiari. In ogni caso più interessante la nostra/vostra spiegazione rispetto al freddo voto. Magari saremo utili a qualche diciottenne.

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