Televisione
Puffi quarant’anni dopo
Stefano Olivari 08/10/2021

Tornano i Puffi, quarant’anni dopo la loro entrata in scena ed è scontato, ma giusto, dire che si tratta dell’ennesima operazione nostalgia rivolta più ai genitori che ai figli. Stasera alle 20 su NickJr, canale 603 di Sky, andranno in onda i nuovi episodi incentrati sugli omini blu alti tre mele o poco più. Noi nel 1981 eravamo già moltissimo fuori target, ma fratelli e cugini molto più giovani non ci mancavano. Certo, potendo scegliere, ci piacevano i cartoni con protagoniste ragazzine sfortunate: Charlotte, Peline, Sara, eccetera.
I Puffi, creati nel 1958 dal fumettista belga Peyo e diventati cartone animato negli Stati Uniti con la californiana Hanna-Barbera (i celeberrimi William Hanna e Joseph Barbera, autori di quasi tutto ciò che viene in mente nel settore), arrivarono sulle reti locali italiane nel 1981 ma conobbero il grande successo l’anno dopo grazie a Canale 5 prima e Italia 1 poi. Fra Boing, Boomerang, Cartoonito e la stessa Italia 1 sono con le repliche arrivati fino ai giorni nostri ed ai bambini di oggi, pur avendo molto meno successo rispetto agli anni Ottanta. Certo solo alcuni eremiti non sanno a memoria la sigla cantata da Cristina D’Avena.
Dal Grande Puffo, il capo dei Puffi, al Puffo Brontolone, da Puffetta al mago Gargamella, dal puffo Quattrocchi al gatto Birba, in molti sanno di cosa stiamo parlando. Di culto che all’inizio, fino all’arrivo di Puffetta, i Puffi fossero tutti maschi anche se il cartone animato piaceva ai bambini di entrambi i sessi. Poi sarebbero arrivate Bontina ed altre, ma di base per molte puntate Puffetta sarebbe rimasta l’unica femmina del villaggio.
Perché i Puffi, questi omini tutti molto vecchi, (e il Grande Puffo era molto più vecchio degli altri) ebbero questo successo straordinario, generando un merchandising che tuttora funziona? Non lo abbiamo mai capito, perché le storie erano abbastanza insulse anche per gli standard dei bambini. Forse, azzardiamo, perché tramettevano l’immagine di un mondo rassicurante, sempre uguale a sé stesso, in cui ognuno aveva una sua caratteristica o funzione a definirlo. Però il loro successo è per noi sempre stato un mistero, mentre meno misterioso è il motivo per cui si facciano puntate nuove.