In the box
Passione vecchia
Stefano Olivari 12/03/2008
1. Quest’anno la FA Cup ci piace senz’altro di più. Dateci dei patetici o degli inguaribili romantici ma un’edizione che vede nessuna delle “Big Four” presenti nelle semifinali dà una certa soddisfazione. Dal 1996 il nome del vincitore è uscito sempre dal solito lotto: Chelsea, Arsenal, Liverpool, Manchester United. Molte delle finali, tra l’altro, hanno visto queste squadre affrontarsi in varie combinazioni, il più delle volte in partite noiosissime e prive di pathos. Quest’anno no. Il prossimo 5 e 6 aprile, nel meraviglioso scenario del nuovo Wembley, si affronteranno da una parte il Portsmouth – unica rappresentante di Premier League sopravvissuta – ed il West Bromwich Albion, compagine di Championship ma con chiare aspirazioni di un ritorno al massimo livello. L’altra semifinale sarà ancora più da malati cronici di calcio inglese, visto che si affronteranno il Barnsley – sul fondo del Championship ma capace nei turni precedenti di far fuori il Liverpool ad Anfield e il Chelsea in casa – e il Cardiff City, anch’esso posizionato al secondo livello del campionato inglese ed unica compagine gallese ad aver vinto nell’anteguerra la FA Cup. Ci sarà sicuramente da divertirsi, perché se da una parte mancheranno le volate sulla fascia di Cristiano Ronaldo o i gol in acrobazia di Drogba e Adebayor, dall’altra ci sarà il fascino del calcio inglese vecchia maniera. Un calcio cioè basato meno sulla tattica e la tecnica ma più sull’agonismo e la passione. Lo scenario poi, siamo sicuri che da solo varrà il prezzo del biglietto.
2. Ma le cosiddette Big Four dove sono finite? Beh, oltre a giocarsi il titolo della Premier League sono tutte presenti al sorteggio per i quarti di finale di Champions League. L’idea è che qualcuna di loro stia ormai arrivando a snobbare la coppa della FA (la più antica competizione del mondo, tra l’altro). Infatti se il Man U ha avuto una sfortuna incredibile nella partita persa in casa contro il Portsmouth, non si può dire che il Liverpool opposto al Barnsley sia stato lo stesso visto nelle due sfide europee contro l’Inter. Lo stesso Arsenal ha tenuto una concentrazione ben diversa nelle sfide col Milan rispetto al tracollo subito ad Old Trafford negli ottavi di finale di FA Cup. Del Chelsea cosa dire? L’avevamo detto già quest’estate: l’obiettivo di Abramovich è quello di primeggiare in Europa e le competizioni nazionali per un anno possono essere messe anche in secondo piano. Quindi, non siamo ancora al “caso Milan” – dove a inizio anno viene tracciata una scaletta degli obiettivi e quasi si esulta quando la squadra viene esclusa dalla Coppa Italia – ma poco ci manca e comunque lì si arriverà.
3. Rimanendo in Europa ci sembra quasi scontato notare che ormai le grandi squadre si affrontino fra di loro con una frequenza sempre maggiore. Per fare degli esempi: Celtic e Milan si sono affrontate tre volte negli ultimi quattro anni, così come gli scontri fra Barcellona e Chelsea o fra il Liverpool e le italiane sono ormai dei classici. Secondo noi sono i prodromi di un Campionato Europeo per Club, che con tutta probabilità si farà e si disputerà non al mercoledì ma nel week end (con le varie compagnie low cost che fanno volare praticamente in tutta Europa seguire il Milan a Londra sarà forse più semplice rispetto ad una trasferta a Messina). Siamo dell’idea che i grandi club abbiano già in mente un progetto e stiano discutendo solo dei dettagli – che poi dettagli non sono visto che si tratta di quante squadre per nazione entreranno nella Superlega. La direzione di Platini a dir la verità sembra quella opposta, con una nuova “Champions League dal volto umano”, ma dopo il 2010 cosa succederà? Davvero i club europei più potenti hanno deciso di sciogliere il G14 senza avere nulla in cambio?
Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com