Non è un posto per Zoff

1 Febbraio 2012 di Libeccio

di Libeccio 
L’importanza di Nocerino, le premesse di Guarin, il caso Sneijder, gli errori di Branca, l’etica che dà fastidio e il ballo di Rivera.

1. Quanti Nocerino ci sono in Italia? Strabiliante la parabola ascendente del giocatore del Milan che i bravi operatori di mercato del club rossonero hanno saputo scegliere dal mazzo degli ex ragazzi con un grande avvenire dietro le spalle. Sette i gol realizzati fino ad ora (una media pazzesca per un centrocampista) e doti di inserimento tese a scardinare il gioco altrui e a ribaltare all’improvviso la trama di un’azione, che lo stanno trasformando in qualcosa di unico nel campionato nostrano, che forse mancava anche alla nazionale di Prandelli. Qualcuno parla di un Lampard italiano e forse ci sembra troppo (pensando al Lampard di una volta). Per questa serie A basta Nocerino.
2. L’Inter conferma la sua vocazione internazionale ad oltranza comprando Guarin  che arriva con le peggiori premesse: non può giocare in Champions ed è reduce da problemi fisici seri. Inutile innestare giocatori di questo tipo, andando per tentativi (costosi) sperando prima o poi di pescare il jolly.
3. Nell’Inter, che continua a giocare malissimo e che solo il livello scadente del campionato farà forse arrivare in zona Champions, c’è poi aperto il caso Sneijder. Uno che al di là delle vicende private Ranieri ritiene non congruo per il gioco e l’equilibrio dell’Inter. Quindi l’unico vero talento nel costruire il gioco (anche se lo schema principale rimane Maicon) è ritenuto superfluo: scontata la partenza di Ranieri a fine stagione, perché qualche risultato arriverà ma di sicuro non si vedrà niente che assomigli ad un lavoro in ottica futura. Del resto va detto anche che Ranieri è arrivato per il presente, per mettere una pezza ai danni fatti dall’inadeguato e presuntuoso (a questo livello) Gasperini.
4. L’Inter ha poi comprato anche Palombo dalla Samp con la ormai insopportabile formula del prestito con diritto di riscatto (per un giocatore di quasi 32 anni….). Comprare tanto per comprare ci pare la strategia. Sembra proprio che Branca non ne azzecchi più una neanche per sbaglio. Dalla cessione di Balotelli ad oggi, con la vetta inarrivabile della vicenda Forlan, è stato tutto un susseguirsi di errori e situazioni mal gestite. Anche perché la personalità di chi sta in panchina è nel frattempo cambiata. L’allenatore non è solo quello che disegna gli schemi. 
5. Dino Zoff ha compiuto 70 anni e ci sentiamo di fargli gli auguri. L’abbiamo già fatto in passato, ma l’occasione è buona per ribadirlo: nel calcio italiano dei Doni e degli zingari, uno con l’etica di Zoff non poteva occupare un ruolo di responsabilità? Lui è fuori da anni da ogni cosa per un diktat assurdo di uno che l’etica neanche sa cosa possa essere. E’ normale?
6. Gianni Rivera è stato un grande calciatore. Sicuramente un campione inarrivabile, se mettiamo insieme valore in campo e personalità fuori. Avendo vissuto quei tempi e quelli attuali, possiamo dire senz’altro che Rivera è stato il primo calciatore sul quale il sistema mediatico ha concentrato incredibili attenzioni anche quando ciò non era la regola. Finito di giocare ha fatto errori anche marchiani nel gestirsi, vittima forse anch’egli di un diktat che ha la stessa firma di quella che ha spento la parabola di Zoff. La parabola di Gianni Rivera è finita a “Ballando con le stelle”. Non se lo meritava nemmeno lui, anche se non è che Milly Carlucci l’abbia obbligato con la forza a firmare.

Libeccio, 1 febbraio 2012

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