Non è Ronaldinho che si deve vergognare

4 Gennaio 2011 di Dominique Antognoni

di Dominique Antognoni
Con il brasiliano lontano dal Milan e dall’Italia la sedicente stampa libera si è scatenata nella rivelazione di cose stranote da anni e oltretutto di nessun valore. Peccato comunque che i pochi lettori le abbiano lette solo ora, per qualche strano motivo…

Nella vecchia Unione Sovietica, tanto cara a chi non ci viveva, la Pravda era l’organo del partito comunista. Un quotidiano dove Breznev e i suoi scribacchini glorificavano ogni santo giorno le conquiste del mondo egualitario. Un mondo fantastico, impostato sulla povertà diffusa scambiata per dignità e pari opportunità, un mondo finto al punto di crollare da solo senza bisogno di rivoluzioni. Ma non divaghiamo.Appena arrivati in Italia, un ventennio fa, ci sorprese l’incredibile sommiglianza della Pravda con i cosiddetti quotidiani seri. Stessa mancanza di notizie, identica fuffa che non dice e non vede, ma che esalta e si inginocchia. Stessi scribacchini, cambiava la qualità dei pantaloni e delle loro ginocchia lise. Qui in leggero cotone, là in poliestere. Per il resto, nessuna differenza. Ah si scusate: lo stipendio, ma perfino là chi era bravo nel mentire aveva buoni per acquistare la carne e lo zucchero, a volte perfino il Nescafé. Almeno là con i soldi dello stato (tutto era nelle mani sapienti dello stato) si esaltava un mondo, forse qualcuno addirittura ci credeva, qui invece sempre con i soldi dello stato (senza il sostegno statale sparirebbe domani mattina il novanta per cento di quello che vedete in edicola: bel capitalismo, vero?) si é utili solo per evidenziare le farmacie aperte di domenica. Perché per il resto mancano le notizie ed i giornalisti fanno la gara a nasconderle, per poi fare gli eroi fuori tempo massimo. Stessa solfa, lo sappiamo, ci stiamo ripetendo. Ma se lo fanno loro lo facciamo pure noi.

Veniamo al punto. Cioè Ronaldinho. Del quale da qualche giorno molti giornali, in particolare uno, stanno scrivendo il peggio possibile partendo da banalità (fa vita notturna, come del resto la quasi totalità dei calciatori) per arrivare ad episodi che mai sarebbero stati raccontati con lui ancora al Milan o anche solo in una squadra italiana. Evidentemente qualcuno ha dato la luce verde. Essendo in vacanza abbiamo sfogliato questo autorevole quotidiano, che ha avuto almeno il merito di farci ridere. In pratica si scrive che Ronaldinho era pigro, non aveva voglia di allenarsi e di correre e, udite udite, andava alle feste. Uelaaaaaaa, sentite gente, nel 2011 lo si scopre finalmente. Dinho andava alle feste e faceva tardi la sera!!! Nooooo! Ma chi é questo coraggioso che racconta delle feste e dei modi del fantasista? Da quando in poi il giornale autorevole porta notizie scomode, al di là del fatto che alle feste vada anche il terzo portiere del Lecce? Cosa sarà mai successo? Uno scatto d’orgoglio di una penna prossima alla pensione e magari non più interessata a stare in ginocchio? Un’inversione di tendenza della stampa nostrana?

Tranquilli, non sognate troppo.Semplicemente Ronaldinho é in Brasile. Da lì non può difendersi, non lo vuole nemmeno, anche perché lui non ha mai nascosto la sua indole. E’ molto più onesto lui, sempre trasparente, mai intenzionato a parlare in politichese e farsi degli amici fra i giornalisti. Non può difendersi e, come sempre, ma assolutamente sempre, la cessione di un calciatore deve apparire agli occhi della gente come una logica conseguenza di una serie di episodi esasperanti e incresciosi. Tradotto: non se ne poteva più di lui, per come si é comportato. Ok, però come mai per due anni e mezzo abbiamo letto articoli in ginocchio, domande sul matrimonio (a Ronaldinho!!!), pagine intere sui bonghi e l’amore per la musica, sulla sorella che lo accoglie festante pronta per la samba appena lui entrava in casa e amenità varie? In sei mesi si é passati dal ragazzo tutto pallone e bongo ad uno tutto birra e feste.Tutto senza entrare nel merito tecnico, perché quando avrà 40 anni Ronaldinho riuscirà a fare da fermo cose più decisive di quante ne possa fare a 29 Cassano in movimento. Noi ridiamo, il punto é che nessuno di quelli che straparlano di libertà di stampa e bavaglio all’informazione si vergogna.

Dominique Antognoni
(in esclusiva per Indiscreto)

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