Manaj non è da Inter

16 Dicembre 2015 di Stefano Olivari

Il giorno dopo Inter-Cagliari al nostro solito bar è un mercoledì pomeriggio come tanti altri. Nemmeno la morte di Gelli e il rialzo dei tassi deciso dalla Fed turbano la quotidianità di un mondo che avevamo smesso di raccontare a causa di qualche problema finanziario e familiare avuto da Paolo-Wang. Non a causa del bar, ma di investimenti fatti per conto della sua famiglia presso la banca di fiducia: la Banca Popolare dell’Etruria e del Lazio, filiale di via Mazzini. Chi mai a Milano aprirebbe il conto in quella banca mai sentita nominare? La verità è che la filiale veniva comodissima agli Wang, che lì vicino hanno il principale dei loro ristoranti con tutti gli impiegati dell’Etruria che lì andavano in pausa pranzo e raccontavano i segreti della finanza internazionale (ma non li conoscevano tutti, diversamente avrebbero fatto i trader e non gli impiegati). Un consulente finanziario, tale Lorenzo, mentre divorava involtini primavera bisunti smanettando sull’iPad aveva consigliato a Paolo-Wang, delegato dalla famiglia a gestire quel 10% del patrimonio non detenuto in contanti, di investire in un’obbligazione della stessa banca con scadenza 30 ottobre 2016. Obbligazione subordinata Lower Tier 2, con tasso step up: 3,75% di cedola lorda nei primi cinque anni e poi del 4,25% fino a scadenza. Per farla breve, dopo i decreti del governo che hanno salvato soltanto correntisti, obbligazionisti senior ma soprattutti i dirigenti della banca i 340mila euro investiti da Paolo-Wang nel 2007 adesso valgono zero. Per paura delle ritorsioni del padre è scappato da un cugino che fa il lavapiatti ad Hamilton, lasciando chiuso il bar e Zhou senza ordini. Wang senior tramite i suoi canali è riuscito però a ripescarlo anche in Scozia, gli ha detto che lavorerà gratis per la famiglia fino a quando avrà vita e lo ha rispedito in via Novara, degradato a sottoposto di Zhou. Dopo giorni di sbandamento, senza il coraggio di scegliere in via definitiva il nuovo bar (anche se la maggior parte si è ritrovata in quello, sempre cinese, dentro il Simply, proprio davanti all’Arcaplanet), la compagnia si è così ricomposta e può commentare la bella prova interista in coppa Italia, oltre che l’ancora più fresca eliminazione della Roma per mano dello Spezia. Zhou è meno allegro del solito, essendo cresciuto con il mito del Corpo Truppe Volontarie la scomparsa di Gelli lo ha intristito e per protesta contro il mondo non si è lavato le mani dopo aver pisciato e prima di avere versato le patatine per gli aperitivi. Budrieri ha riguadagnato la sua Gazzetta sul bancone Sammontana e ha tanta rabbia dentro, per motivi che racconteremo nei prossimi giorni: vorrebbe avere il fisico di McCaw ma purtroppo domani sarà al Centro Diagnostico di via Saint Bon con il contenitore delle urine. Non vuole più parlare di calcio, lui che ha visto dirigenti come Beltrami e Pitrolo non può discutere con chi crede che l’Inter l’abbia inventata Bolingbroke: “Tutti a criticare Icardi, i sapientoni. Teniamocela stretta, una prima punta così, visto che Manaj non è da Inter”. (5 – continua)

P.S. Non è da Inter è un’opera di fantasia, pur prendendo spunto dalla realtà. Chi si sente offeso dal linguaggio o turbato dalle situazioni non la legga.

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