Lukaku il Tevez di Paratici

8 Aprile 2021 di Stefano Olivari

Romelu Lukaku è stato per la Juventus, ma soprattutto per Fabio Paratici, ciò che Carlos Tevez è stato per il Milan di Galliani: la differenza fra uno scudetto vinto fischiettando e un buon piazzamento, con l’avversaria principale che oltretutto si rinforza. Questo pensiero profondo è nato durante la visione in contemporanea, su due schermi diversi, di Juventus-Napoli e Inter-Sassuolo, cosa che già ci pone ad un livello intellettuale inferiore a quello di chi segue l’Eredivisie o il 250 di Cagliari.

Sì, perché nell’estate 2019 l’allora responsabile dell’area sportiva della Juventus (oggi è amministratore delegato) aveva in mano l’attaccante di cui il Manchester United si voleva liberare e non per modo dire: fra le società c’era l’accordo per uno scambio alla pari con Dybala, che il neo arrivato maestro (solido, però, e non liquido) Sarri non voleva vedere nemmeno dipinto, e Lukaku pur sapendo della passione di Conte per lui non avrebbe fatto differenza fra Juventus e Inter. Lo stesso belga ne ha sempre parlato senza problemi.

Tutto saltò per l’ostinazione di Dybala nel rimanere a Torino, un po’ di tipo finanziario (dagli inglesi voleva il raddoppio del contratto) e un po’ di puro orgoglio: ma come, prima ero il volto della Juve e mi paragonavate a Messi e ora sono merce di scambio? Il resto tutti i canottierati d’Italia lo sanno: Dybala fra alti e bassi (in campionato solo 5 volte in campo per 90 minuti) ha disputato una discreta stagione con Sarri e poi a causa anche degli infortuni è mezzo scomparso con Pirlo, mentre Lukaku è diventato il principale schema, per non dire l’unico, dell’Inter di Conte seconda e adesso quasi certamente scudettata.

Le situazioni sono un po’ diverse, ma la nostra idea è una sola: un solo giocatore, per non dire un solo gol, può cambiare la storia di un decennio di calcio. Tevez al posto di Pato nel gennaio 2012 avrebbe significato un facile scudetto bis per il Milan di Allegri, Ibrahimovic di dieci anni fa, Thiago Silva, Robinho, ovviamente Muntari… Invece un anno e mezzo dopo il gran rifiuto di Barbara Berlusconi l’operazione Tevez sarebbe stata perfezionata e prezzi di saldo, e per la Juventus, da Marotta e Paratici. Non fu colpa di Galliani, come il mancato Lukaku non è stata colpa di Paratici.

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