Loro di Napoli

4 Agosto 2011 di Federico De Carolis

di Federico De Carolis
Forse la strada del prossimo scudettopasserà per Napoli e potrebbero essere proprio gli azzurri, allafine, a tagliare l’ambito traguardo. Nei giorni in cui sono tantii candidati al primato, a seconda del giornale, va riconosciuto a De Laurentiis di esserestato al top del mercato.

L’allestimento della squadra di Mazzarrisembra rasentare la perfezione. Questo però, non significa che loscudetto possa tornare a Napoli quasi per un diritto acquisito un ventennio dopo i fasti di Maradona. Già l’annoscorso i sogni morirono con i primi tepori di una primaveradisarmante proprio per i napoletani…Problemi psicologici, fisici ma anche tattici, se si pensa all’atteggiamento con cui il Napoli affrontò il Milan a San Siro. Mentalità vincente o mancanza della medesima, per dirla in giornalistese. Al di là dei rinforzi per Mazzarri va detto che Milan e Inter restano le squadre che offrono maggiori garanzie, anche se dovessero cedere qualche campione appagato. Ma delle milanesi parlano tutti da mesi, come se questa Supercoppa decidesse l’intera loro stagione, inutile ribadire l’ovvio. Da anni consideriamo Gasperini uno dei migliori allenatori italiani, in fondo questa partita vale soprattutto per lui e per il suo futuro: che poi la si pompi per vendere qualche maglietta in più fa parte del gioco. 
Tornando allo scudetto, è facile scrivere di chi lo può vincere: sognare piace a tutti e fa vendere, nessun direttore censurerà mai un pezzo che dia per certe le glorie future. Più antipatico è scrivere di chi non sarà della partita, soprattutto quando ha milioni di tifosi. Insomma, non ce ne sarà quasi sicuramente per una Juventus il cui migliore acquisto sta nel tecnico giovane e dall’atteggiamento vincente.Ma Antonio Conte potrebbe non bastare pur se va sottolineato come ibianconeri non ripeteranno sicuramente gli ultimi campionati,decisamente mediocri e al di sotto di ogni pessimistica previsione.Perchè? E’ molto semplice. La Juve che vinceva scudetti aripetizione, a parte i sospetti e le illazioni, era solitapresentarsi ai nastri di partenza con un organico definitoaddirittura alla conclusione del campionato precedente. Quando arrivaronoCannavaro, Buffon e Thuram, tutto era stato concluso prima dellapartenza per il ritiro e così accadeva anche negli anni prima.Il medesimo discorso riguarda Inter e Milan che si riservano soloqualche aggiustamento, importante o meno, dopo il contatto ufficialedella presentazione e il successivo ritiro.

La Juventus ha acquistato Vucinicsolo qualche giorno addietro e non si tratta di un fuoriclassecapace di rivoltare la situazione. Ottimo giocatore, si mette inmostra più o meno per una decina di partite segnando i gol chebastano a magnificarne le doti e sbagliandone il doppio. La Roma se ne è privata se non a cuor leggero certo senza che si creassero drammi tra i suoitifosi. Vucinic non èsicuramente Aguero o Tevez o un’altra punta di sicuro valore. Nomi neabbiamo visto sfilare in continuità dalla conclusione delcampionato, salvo dimenticarli o sentirsi dire che eranoinaccessibili anche se prendevano altre strade. Per questo nonpensiamo che Madama non possa andare troppo lontano neppure in questastagione.
Anche qui, come per il Napoli, è unaquestione di mentalità. C’era una volta infatti la mentalità dellaJuve abituata a spadroneggiare sul mercato o quanto meno a stare alpasso con le avversarie maggiormente titolate. E parliamo della Juve di varie epoche, non solo di quella di Moggi. Non si punta più su un fuoriclasse, come accadeva conPlatini o Zidane, capace di trascinarsi dietro gli altri dieci(fra i quali c’erano altri campioni, va detto) imponendo agli avversari la propria legge del successo, ma si aspettala buona occasione per acquistare risparmiando. E con i risparmi, diquesti tempi, è molto difficile andare lontano. Quel mercato chealla Juve è servito da sempre per vendere giocatori che nonrispondevano più alle sue esigenze adesso resta sempre aperto inomaggio a un cambio di mentalità che l’ha portata indietro, moltoindietro rispetto alle altre concorrenti per l’alta classifica.Tutto sembra provvisorio, alla ricerca di affari di brevissimo respiro. Senza nemmeno la giustificazione del risparmio, viste le decine di milioni usate per i riscatti di giocatori medi (ad essere generosi). Auguriamoci che Antonio Conte compia un miracolo, sicuramente nonprevisto da un calcio che si sta avvicinando sempre più allamatematica nel rispetto dei valori assoluti, ma non cerchiamo disproloquiare parlando di scudetto. E’ una parola che fino a qualcheanno addietro era stata appannaggio delle sole truppe bianconere (quinon importa come) e che si concretizzasse quest’anno sarebbe un’impresa come quelle antiche di Cagliari e Verona. 
Federico De Carolis
(in esclusiva per Indiscreto)
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