Lo sport che non piace a Torri

12 Ottobre 2009 di Simone Basso

di Simone Basso
1. Bellissimo duello belga alla Parigi-Tours, Philippe Gilbert concede il bis beffando l’arcirivale Tom Boonen. Filippo “Fondriest” batte Tommaso “Museuuw” con un clamoroso senso dell’anticipo, sorprendendolo con uno sprint lunghissimo sulla Avenue de Grammont. Si annuncia per la prossima stagione una rivalità con i fiocchi: Vallonia contro Fiandre, Silence contro Quickstep. Beati loro…
2. Non basterà infatti un Lombardia, tra pochi giorni, a modificare una stagione tricolore alquanto modesta. Un movimento che nelle ultime stagioni si era nascosto dietro la foglia di fico degli exploit di Grillo Bettini: come già ripetuto diverse volte, si raccoglie ciò che si è seminato in anni di follie federali. In attesa di nuovi attori, che non s’intravedono all’orizzonte, la (delicata) transizione under 30 sarà gestita dai vari Cunego, Pozzato, Ballan, Visconti, Nibali…Quest’ultimo, l’unico soggetto serio da grande giro, ha la sfortuna di appartenere a una generazione (quella dei Contador, Schleck, Kreuziger) qualitativamente esigente. Salvo apparizioni miracolose, il prossimo lustro per BicItalia sarà duro quasi quanto gli ultimi anni dei cugini transalpini. Francesi che solo adesso, con una serie di sbarbatelli niente male, vedono la fine del tunnel. Eppure alcuni segnali sono incoraggianti: la gran folla della Coppa Sabatini vinta da un regale Gilbert dimostra che, se si lavora bene, il caro vecchio ciclismo vanta ancora fascino da vendere.
3. Bisognerebbe spiegarlo anche al comune di Milano, che l’anno prossimo sarà accuratamente evitato dal Giro d’Italia. Gli amministratori meneghini, impegnatissimi a pianificare il ratto dell’Expo 2015, dovrebbero assistere a manifestazioni come l’Etape du Tour per rendersi conto dell’indotto smosso da certi avvenimenti. Giro che nel 2010 dovrà invertire la tendenza, dopo il flop gigantesco dell’edizione del Centenario: oltre allo scarso profilo tecnico, fanno impressione i dati televisivi in picchiata, risultato della programmazione stolta di Zomegnan.
4. La corsa rosa e la Vuelta necessitano di un bel rilancio per non essere travolte dalla grandeur del Tour. Che mercoledì annuncerà un’edizione storica: festeggiando il secolo della scoperta (?) pirenaica, una tappa arriverà in cima al Tourmalet per la prima volta. O addirittura, se la carovana lo permetterà, al Pic du Midi, la salita che s’imbocca al termine del mostro. Le voci raccontano di una Grand Boucle molto dura: almeno tre le tappe alpine e il ritorno, nel Massiccio Centrale, a Mende: ricordate il 14 Luglio di Jaja? E’ comunque un ciclismo sempre più globalizzato, quello che nel 2010 vedrà l’esordio di uno squadrone inglese, il Team Sky: colpo commerciale pazzesco per la Pinarello, la bici italiana che si è assicurata anche l’esclusiva della nazionale britannica durante le olimpiadi londinesi. Ci sarà anche il ritorno della Raleigh, un nome che firmò l’epoca irripetibile dei predoni olandesi. Quella di Kuiper, Zoetemelk, Raas, Knetemann.
5. Dopotutto sembra ancora un mondo in divenire, ringraziando l’ipocrisia inquietante di altre parrocchie. Siamo sempre a menarla con l’incubo che comincia con la d e finisce con la g: se ne parla anche durante le telecronache, con uno spirito degno del migliore Sacher-Masoch. Anche da questo punto di vista si dovrebbe essere giordaniani, nel senso dell’indimenticabile Sciùr Aldo. Mister Pressing, come direttore di Super Basket, si accaniva contro i mali del suo sport ma da telecronista faceva una promozione schietta del gioco. Non si possono deludere preventivamente i possibili nuovi amatori, il fu tubo catodico dovrebbe servire solamente per illustrare la bellezza agonistica dell’evento: ai mal di pancia ci si dedica, con onestà intellettuale, dopo…Li avete mai sentiti, quelli che Torri lo convocano in un riserbo monastico, parlare del loro pattume durante un derby della Madunina?
6. Non sappiamo se vi sia capitato di ammirare il Nadal della trasferta cinese. Mutandato con un paio di orripilanti boxer scozzesi, pareva il fratello sgonfio del Terminator dell’anno scorso: la mancanza della benzina super era talmente evidente da indurre alla compassione. Quelli davanti al microfono silenti, che tentavano di spiegare la bastonata ricevuta da Calerta Cilic con vaghe dissertazioni tecniche. E allora perchè,t utte le volte, ricordare il curriculum vitae di un passista sfortunato? Malgrado il pattume evidente il ciclismo è eticamente più pulito di altri pianeti venduti meglio e politicamente meno sprovveduti. La sua funzione avanguardistica è fondamentale: almeno ci ricorda che il confine tra epos ed epo, anche nella vita, è sottilissimo, quasi impercettibile.
Simone Basso
(in esclusiva per Indiscreto)
“…Sono arrivato al canale 68 e seguo una gara di dilettanti in salita che si tiene in Spagna,in una qualche provincia basca…L’inviato intervista i partecipanti mentre terminano la gara. Gli rispondono con la lingua per terra.”
(Hallgrìmur Helgason)

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