L’italiano di Margheritoni

24 Agosto 2023 di Stefano Olivari

Non abbiamo bisogno di fare coccodrilli su Toto Cutugno visto che su Indiscreto abbiamo scritto di lui mille volte quando era in vita, personaggio e artista da noi amato ma tutt’altro che condiviso. Autore di tante canzoni di successo, fra cui Noi ragazzi di oggi (e pazienza se Veltroni sul Corriere della Sera ha pensato che Luis Miguel sia Miguel Bosè) con un memorabile periodo in Francia negli anni Settanta, a scrivere per Michel Sardou, Joe Dassin, Dalida, Mireille Mathieu, Johnny Hallyday e tanti altri. Una carriera che non si può certo ridurre a L’Italiano, comunque capolavoro assoluto e a suo tempo anche apprezzato dalla critica, che poi negli anni successivi avrebbe invece stroncato questa canzone, trasformatasi da descrizione ironica di un’Italia eterna a inno in onore dei vizi nazionali.

E vogliamo rispettare le intenzioni originarie del grande Toto ricordando, fra i suoi mille utilizzi al cinema, due film di culto, apprezzabili a livelli diversi, come Al bar dello sport e Mezzo destro mezzo sinistro. Nel primo Parola-Jerry Calà canta in playback (lui nel film interpreta la parte di un muto) proprio L’Italiano, mentre si trova nudo in bagno, e la cosa non è casuale visto che Cutugno era l’autore anche del resto della colonna sonora del film. Pochi mesi prima L’italiano era arrivata quinta al Sanremo 1983, edizione in cui quasi tutti (tranne Gianni Morandi, Fiordaliso, Gianni Nazzaro, Amii Stewart e appunto Cutugno) si erano esibiti in playback.

In Mezzo destro mezzo sinistro L’Italiano viene cantata quando Margheritoni ed un gruppo di tifosi italiani litigano con i sostenitori dell’Eintracht in un ristorante di Francoforte, con il tema che viene ripreso quando durante la partita di Mitropa Cup scatta qualcosa dentro il centravanti bolognese, all’ennesimo insulto ricevuto da un tedesco (un grande Francesco Annibali, che nel 99% delle sue altre interpretazioni aveva fatto la parte del romano), un Margheritoni che poi trascinerà la Marchigiana alla vittoria di fronte ai giornalisti Giorgio Vignali e Isabel Russinova, non peggiori di quelli veri.

Innumerevoli volte Cutugno ha spiegato il significato della canzone, più la fotografia di una paese che la sua esaltazione, fino a quando si è arreso e in chiave revival ha dato ragione a chi ne preferiva l’interpretazione becera. Difficile pensare che ‘Buongiorno Italia, gli spaghetti al dente – E un partigiano come presidente – Con l’autoradio sepre nella mano destra -Un canarino sopra la finestra‘  fosse un inno, ma il destino dei grandi è quello di essere discussi. Grazie Toto.

stefano@indiscreto.net

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