Musica

L’estate di quattro amici e di Gino Paoli

Paolo Morati 12/07/2021

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Estate 1991. Le radio sparano a tutto volume la canzone che avrebbe poi vinto anche il Festivalbar. A intonarla è uno storico cantautore, Gino Paoli, il cui più grande successo (Sapore di sale) risaliva al 1963 ed era stato a sua volta un brano che da lì in poi avrebbe caratterizzato le estati di più generazioni. Certo di suoi brani molto importanti (come riscontro di pubblico e critica) ce n’erano stati tanti altri, da Il cielo in una stanza a Senza fine e La gatta, tutti però compattati in quel decennio. Anche perché già dagli anni Settanta il successo di Paoli era stato ben più limitato, pur continuando lui a pubblicare dischi.

Ma torniamo quindi a trenta anni fa, quando Paoli, ritornato in auge con la meravigliosa Una lunga storia d’amore del 1984 e un successivo tour con Ornella Vanoni, incide Quattro amici (non Quattro amici al bar come sarebbe poi stata ricordata da molti…), canzone che si chiude con Vasco Rossi che ripete la sua Vita spericolata e che è contenuta poi nel successivo album Matto come un gatto. La storia è appunto ambientata in un bar con quattro amici che discorrono di anarchia e libertà. Via via il gruppo si assottiglia, chi perché va a lavorare in banca, chi perché se ne va al mare con una donna. Fino all’arrivo di quattro ragazzini, anche loro con l’idea di cambiare il mondo.

Il trionfo di Paoli arriva probabilmente inaspettato, dopo che il decennio precedente era stato dominato da evoluzioni sonore tra pop e dance, per un personaggio dall’immagine schiva e fuori dalle mode. Lo stesso anno, intanto, ci sono Marco Masini in piena ascesa (vince come album dell’estate, il leggendario Malinconoia), Raf già al top dei gusti del pubblico (Siamo soli nell’immenso vuoto che c’è), ma anche Sabrina ormai lontana dai fasti di Boys (con la non memorabile With a boy like you, compresa anche nella musicassetta di Siamo donne) e Spagna che, ancora in inglese ma abbandonata per un po’ la dance (Only words), da lì a poco giocherà con successo la carta in italiano. E mentre Umberto Tozzi azzecca l’ennesima hit (Gli innamorati, estratta da Gli altri siamo noi) e sulle spiagge si canta a gran voce Rapput (senza fiato) con la voce di Claudio Bisio, singolo più venduto in Italia, noi di quella estate ricordiamo con particolare euforia Quanti treni, di Rosalinda Celentano. 

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