L’errore di Blokhin

24 Febbraio 2007 di Stefano Olivari

Mercoledì 17 Settembre 1975: ricomincia la grande rincorsa del Saint-Etienne al sogno proibito del presidente Rocher, la Coppa dei Campioni; i Verts esordiscono a Copenaghen, contro il KB, avversario tutt’altro che proibitivo, ma che potrebbe dare dei problemi sul piano fisico; i ragazzi di Herbin sono ormai maturi, e lasciati sfogare i volenterosi avversari senza rischiare nulla nel primo tempo, colpiscono nella ripresa con Patrick Revelli e Jean-Michel Larquè, entrambi in rete anche al ritorno in Francia. Proprio nel retour-match allo Geoffroy-Guichard si presenta sul palcoscenico europeo (con il primo gol del 3-1 finale) un giovanissimo talento destinato a diventare una stella e a segnare un’epoca nella Nazionale di Platini: Dominique Rocheteau. Nato da una famiglia di ostricultori nella harentes-Maritimes, sulla Costa Atlantica, viene scoperto giovanissimo da Pierre Garronaire che lo sottrae al Nantes; esordisce in prima squadra ma dopo pochissime partite un terzinaccio del Lione gli rovina il ginocchio e lo costringe a star fermo un anno. Rientra nell’estate 1975 e dopo una grande amichevole estiva con il Leeds vice-campione d’Europa viene convocato da Stefan Kovacs in nazionale appena ventenne e schierato nell’amichevole celebrativa contro il Real Madrid (!); l’esordio è fortunatissimo, Rocheteau va in gol dopo pochi minuti e disputa una partita bellissima dribblando in continuazione l’altrettanto giovane terzino Camacho; l’impressione destata è tale che Rocher deve rifiutare un’offerta dello stesso Real per il suo gioiellino. Fisico alto e slanciato anche se piuttostro fragile muscolarmente, veloce ma allo stesso tempo potente, sempre correttissimo (solo due gialli in carriera, non è un caso che oggi sia Presidente della Comitato per l’Etica nello Sport, in Francia), Rocheteau è un attaccante (Herbin lo schiera ala destra) dotato di un dribbling meraviglioso e di uno smisurato talento offensivo; purtroppo siamo in un’epoca in cui i giocatori di maggior classe non sono adeguatamente tutelati dagli arbitri, e più di una volta l’ “Ange Vert” farà le spese degli interventi brutali dei difensori di tutta Europa, vedendo la propria carriera segnata costantemente dagli infortuni. Appassionato di musica californiana (Jefferson Airplane, Eagles, Grateful Dead sono i suoi gruppi preferiti: stessi gusti di Bill Walton) ed orientato politicamente a sinistra, Rocheteau partecipa spesso a riunioni dei partiti rivoluzionari ed appoggerà la campagna presidenziale del conterraneo (anche lui Charentais) Mitterand nel 1981. Gli ottavi mettono di fronte ai Verts i pericolosi e rocciosi Rangers (talmente pericolosi e rocciosi che durante il riscaldamento un attaccante rompe il polso al proprio portiere); all’andata in casa il Saint-Etienne passa due volte ancora con P.Revelli e con Bathenay, mentre nel ritorno, dopo un primo tempo di attesa sono due capolavori di Rocheteau a segnare la gara; il primo con un dribbling secco sul difensore poco dentro l’area con tiro sul palo vicino, il secondo con un assist perfetto ad Hervè Revelli dopo un contropiede di 60 metri palla al piede; a nulla serve l’1-2 finale di MacDonald, il Saint-Etienne è pronto ad affrontare i migliori avversari ed al sorteggio i Verts pescano veramente i più forti d’Europa: i sovietici della Dinamo Kiev. Dopo aver battuto in finale di Coppa delle Coppe gli ungheresi del Ferencvaros, la Dinamo ha la possibilità di vincere anche la Supercoppa Europea nell’autunno 1975 contro il Bayern: la finale è decisa da Oleg Blokhin, sia all’andata in Germania, con un gol incredibile scartando quattro avversari, che al ritorno con una doppietta; Blokhin è un fuoriclasse giovanissimo (a 23 anni è già stato 4 volte capocannoniere del campionato sovietico) e molti in Europa lo paragonano addirittura a Cruijff: in effetti le giocate che mostra l’asso di Kiev sono strepitose, perchè oltre a possedere una tecnica da brasiliano, un fisico di tutto rispetto ed un tiro (specie il sinistro) potentissimo, è in grado di correre i 100 metri in 10’8” (per migliorare ancora si allena spesso con l’amico e campione olimpico Valeri Borzov). La Dinamo però non è solo Blokhin, tutti i giocatori sono nazionali dell’ URSS, in porta c’è il fortissimo Evgeni Rudakov, in difesa i centrali sono Rechko (libero) e Fomenko, a sinistra gioca Matvienko (unico non titolare in nazionale) mentre dall’altra parte c’è l’ottimo Trockhin. A centrocampo giocano in mezzo il capitano Kolotov, con Anatoli Konkov, Leonid Burjak e Vladimir Veremeev, mentre davanti ci sono Blokhin e Onitchenko. Come il Saint-Etienne di Herbin, anche la Dinamo di Lobanovski è una squadra il cui gioco è incentrato sul collettivo; nonostante emerga la classe immensa di Blokhin (che proprio nel 1975 vince il Pallone d’Oro), tutti i giocatori corrono e ripiegano in difesa per poi ripartire velocemente in attacco: in questo modo la Dinamo di Lobanovski giocherà per 30 anni senza mai cambiare stile di gioco, per esempio quando nel 1986 rivincerà, con Belanov, Zavarov (e ancora Blokhin) la Coppa Coppe e la Supercoppa, e quando nel 1997 Shevchenko realizzerà una tripletta al Nou Camp per lo storico 0-4 finale. L’andata dei quarti si gioca il 3 Marzo 1976 a Simferopoli in Crimea, perchè lo stadio di Kiev è completamente congelato; i francesi credono di arrivare nella Cote d’Azur russa ma in realtà fa un freddo siberiano: la Dinamo offre una grande dimostrazione di forza, H.Revelli e Rocheteau sono isolati in avanti e non la vedono mai, mentre Curkovic salva più volte la propria porta, capitolando solo in occasione di un tiro di Konkov deviato da Bathenay e su un colpo di tibia di Blokhin (che Janvion bene o male è riuscito a contenere durante la partita); senza dubbio i gol sarebbero potuti essere molti di più di quelli del 2-0 finale, ma la sensazione data in campo è quella di una qualificazione già decisa in favore della Dinamo. Il ritorno del 17 marzo viene preparato con grandissima cura da Herbin, consapevole di come la perfetta macchina ucraino-sovietica possa avere un punto debole nella condizione fisica, per via del fatto che il campionato russo d’inverno è fermo; entrambe le squadre sono in formazione tipo ed il Saint-Etienne gioca con Curkovic in porta, Janvion, Christian Lopez, Piazza e Farison in difesa, Bathenay, Larquè e Synaeghel a centrocampo e Rocheteau, Hervè Revelli e Sarramagna in attacco, l’arbitro è l’italiano Gonella. La Dinamo gioca con un catenaccio vergognoso in cui i difensori stanno sulla linea dell’area di rigore e i centrocampisti (aiutati dalla punta Onitchenko) sulla trequarti, lasciando al solo Blokhin, marcato da Janvion, il compito di lanciare dei contrattacchi in solitario. Sulla destra Rocheteau salta sempre Matvienko ma viene sistematicamente steso, mentre sull’altra fascia Sarramagna prende un pestone da Trokhin (verrà sostituito all’intervallo da P.Revelli) e non riesce mai a crossare per H.Revelli; gli attacchi dei Verts, trascinati dalle progressioni di Oswaldo Piazza, sono continui ed arrembanti ma nel primo tempo sono pochissimi i pericoli reali corsi da Rudakov. Passa ancora un quarto d’ora della ripresa senza che il risultato si sia sbloccato, ma al 63′ cambia la partita; un calcio d’angolo battuto da Rocheteau termina lungo, Trokhin rinvia e sulla trequarti c’è Blokhin che parte palla al piede all’attacco. Di fronte a lui c’è Janvion ma Blokhin lo evita con una finta magica, e supera di slancio anche Lopez, l’ultimo difensore; di fronte a Blokhin giunto ormai in area dopo un’accelerazione di settanta metri c’è solo Curkovic, ma il fuoriclasse sovietico commette un errore imperdonabile: invece di concludere per una rete sicura, o di passare alla sua sinistra verso Onitchenko completamente solo, alza la testa e guarda negli occhi Curkovic; passano due interminabili secondi che permettono a Christian Lopez di recuperare, Blokhin prova a scartarlo con un dribbling a rientrare ma perde il rimpallo ed il difensore può così salvare la sua porta dal pericolo colossale. La palla intanto rotola mansueta a centrocampo tra i piedi di Oswaldo Piazza che parte all’assalto travolgendo pri

ma Veremeev e poi Kolotov, l’argentino passa a Patrick Revelli contrastato da Rechko al limite dell’area, la palla si impenna poco davanti alla porta di Rudakov che non esce, arriva come un treno ancora Piazza ma Hervè Revelli anticipa tutti con un tocco d’esterno che beffa Rudakov e porta in vantaggio il Saint-Etienne. In trenta fantastici secondi la partita si sarebbe potuta definitivamente chiudere, e invece si riapre a causa dell’incredibile errore di presunzione di Blokhin e del sangue freddo di Curkovic; passano otto minuti e Gonella (diventato improvvisamente fiscale dopo una partita in cui i sovietici hanno fatto falli tremendi senza essere nemmeno ammoniti) fischia al limite dell’area una punizione dubbia; va sulla palla il capitano Jean-Michel Larquè, Rudakov si piazza in mezzo alla porta, Larquè mira sul suo palo e lo fulmina con una conclusione a mezz’altezza: 2-0 per i Verts e qualificazione in perfetta parità. La Dinamo inizia allora a giocare ma prima della fine dei tempi regolamentari l’occasione capita a Patrick Revelli che calcia a lato dopo una cavalcata di Piazza. Si va ai supplementari, Rocheteau chiede insistentemente il cambio prima per i crampi e poi perchè si è stirato, ma è già entrato Santini al posto del capitano Larquè infortunato, e la Sfinge Herbin fa finta di niente. Nel primo tempo supplementare Gonella non fischia rigore quando Lopez falcia in area Onitchenko (i sovietici non protestano mai durante la partita): in questa fase la Dinamo è molto più brillante, anche Piazza ha i crampi e il Saint-Etienne è sulle ginocchia. Al minuto 112 però avviene il miracolo, Patrick Revelli in area si beve Fomienko, si porta sul fondo e la mette all’indietro alla cieca; Dominique Rocheteau, completamente solo, colpisce di prima intenzione e scarica la palla sotto la traversa, è il 3-0 che vale l’apoteosi del Geoffroy Guichard. Mancano pochissimi minuti e a uno dalla fine Janvion salva miracolosamente la sua porta su Blokhin (i due si scambieranno la maglia a fine gara); Gonella fischia la fine (Hervè Revelli gli sottrae il pallone ricordo), tutta la Francia festeggia il trionfo dei Verts ed il giovanissimo Rocheteau è l’eroe della serata: il Saint-Etienne è di nuovo in semifinale.

Caro Maerna
carloblacksun@hotmail.com

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