L’effetto Kakà non esiste

8 Giugno 2009 di Stefano Olivari

Con gli occhi pallati alla ‘Fantozzi subisce ancora’ (quando dopo ore di tribune politiche genere Jader Jacobelli e allucinazioni il ragionier Ugo sogna Mussolini che si rivolge a lui) abbiamo seguito quasi ogni dibattito post-elettorale, aspettando garadue Lakers-Orlando: ne è valsa davvero la pena, vista la passione per Turkoglu: al di là delle statistiche, inferiori a diversi altri attori, anche ieri ha dominato tatticamente la partita regalando anche a Courtney Lee l’assist per quello che diventerà il più grande rimpianto della storia dei Magic. Il vituperato giornalismo calcistico ha conquistato con i suoi schemi anche quello cosiddetto serio, quello dove il cronista sogna che il politico gli dica ‘venga a lavorare con noi’. Tifosi, gente targata, quelli che ‘abbiamo fatto bene rispetto alle aspettative’, insieme a cliccatori/cliccatrici sul mouse per rivendere come propria una considerazione o una notizia apparsa su uno dei siti bookmarkati, frustrati che hanno un’erezione pronunciando ‘International Herald Tribune’ ma che proprio come noi non lo leggono (infatti citavano pari pari l’Ansa: ce ne siamo accorti avendo acceso anche il computer). Dopo queste righe qualunquistiche un pensiero sull’effetto Kakà che secondo diversi commentatori, loro sì autorevoli, avrebbe influito sul risultato del PdL: in altre parole, il Berlusconi sotto scacco per feste private e perché vende le bandiere al Real Madrid piacerebbe di meno. Lui stesso ieri al seggio rispondendo ad alcuni tifosi del Milan è stato sul vago: ”Sentirò Riccardo al telefono domani sera. Dipendesse da me lo terrei, nulla comunque è stato ancora deciso”. Insomma, anche i sondaggi della casa hanno dato risultati contrastanti: qualcuno non avrà apprezzato il neo-pauperismo, mentre altri magari avranno gradito la retorica dei bilanci da risanare (e pazienza per i pagamenti in nero del passato: in fondo Marx aveva la servitù ed una vita iper-borghese, bisogna distinguere vita ed opere). Due correnti di pensiero quantitativamente simili, stando a rilevazioni non rese pubbliche. Meglio rimandare l’ufficializzazione del misfatto a questa settimana, in ogni caso: ‘Effetto Kakà’ rimarrà solo un titolo buono per tutti gli usi. L’effetto politico dell’essere proprietario del Milan è ormai minimo, nel bene o nel male: più che avere vinto tutto non si può fare e qualche battuta per essere ‘vicino alla gente’ si può dire anche senza mettere 70 milioni all’anno.

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