Le sentenza Beckham

9 Marzo 2009 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari

Fra le varie figurine messe insieme da un Galliani che paga in parte colpe non sue (i resti di Shevchenko e Ronaldinho) ed in parte agisce ormai come un repubblica indipendente all’interno dell’universo Milan (primo ministro Bronzetti), la meno figurina di tutte si è dimnostrata David Beckham. Per la notevole serietà, messa in discussione dai media italiani solo quando giocava all’estero ma mai dai compagni e nemmeno da Ferguson o da Capello, e per l’utilità in una squadra che in partite a basso ritmo può ancora stritolare la classe media grazie ad un cross ben fatto. La trattativa che ha portato alla sua permanenza al Milan fino a giugno è però secondo noi più importante per la trattativa stessa che per i suoi effetti sportivi: in pratica accettando questo prestito fuori dalle finestre di mercato, a stagione in corso (siamo in marzo, ci sembra) la Figc e quindi la Fifa a cui è affiliata farebbero passare il principio che il mercato sia sempre aperto. Perchè tecnicamente Beckham è stato prestato per la seconda volta dai Galaxy al Milan (che infatti l’ha annunciato ufficialmente): se l’Atalanta volesse dare in prestito Plasmati alla Roma domani mattina, con questo precedente chi glielo potrebbe impedire? I possibili sviluppi sono terrificanti, pensando al basket europeo dove in base a situazioni finanziarie e di classifica intere squadre vengono smantellate in poche ore fra una partita e l’altra, con i i giocatori che si riciclano magari nell’avversaria della domenica prima.
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