La vittoria di Djokovic

13 Settembre 2021 di Stefano Olivari

Novak Djokovic ha vinto. Anche se il sogno del Grande Slam rimarrà per lui appunto un sogno, dopo avere perso la finale degli US Open contro un Daniil Medvedev di superlusso, solidissimo anche negli scambi in cui si giocava a tennis e bravo a gestire il tifo contro del pubblico. Cioè la situazione, buu sui servizi compresi, che Djokovic ha vissuto per tutta la carriera, spesso contro Nadal e sempre contro Federer. E nelle lacrime al cambio di campo prima dell’ultimo game c’era proprio questo amore conquistato fuori tempo massimo.

Lui stesso nel dopopartita ha espresso il concetto, evitando la tentazione del ritiro-colpo di scena e superando almeno a parole una partita in cui è stato divorato dalla tensione. I tanti errori di puro tocco, soprattutto nel reagire alle palle corte del numero 2 del mondo, hanno detto quanto la storia contasse e conti, per chi la conosce e la sente.

Poi Medvedev è arrivato in finale spendendo molto meno e con un tabellone più facile, ma lui la targa del serbo l’ha presa già da tanto e a dispetto delle sue caratteristiche lo ha battuto anche sulla terra. Vista la situazione generazionale il futuro prossimo è suo, di Zverev e di Tsitsipas, con Berrettini che nella situazione giusta è già in grado di vincere questo tipo di tornei: purtroppo per lui il Djokovic di Wimbledon era molto più leggero.

Adesso però siamo ancora emozionati per l’emozione di Djokovic, dovuta ad un pubblico che lo sosteneva per vari motivi: il desiderio di assistere ad un’impresa da leggenda, l’attaccamento al vecchio campione simbolo della vita che scivola via, il culto dei guerrieri che negli Stati Uniti è più praticato che altrove, in paesi che magari prediligono i gesti bianchi.

Forse il dio del tennis ha voluto che i tre più grandi, tali per il dominio lungo quasi due decenni e non per i numeri (se il tennis open fosse iniziato qualche anno prima del 1968 il gufante Laver di Slam ne avrebbe vinti 25, per non dire di Rosewall) di sempre finissero la carriera tutti con venti Slam. Come a togliere argomenti a chi non ha argomenti. Ci mancheranno, anche se Djokovic ha ancora qualche colpo in canna.

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