La sigaretta elettronica dei paesi ricchi

27 Settembre 2019 di Indiscreto

La sigaretta elettronica nei paesi ricchi, il tabacco in quelli poveri. In estrema sintesi questa sarà la grande divisione nel mondo prossimo venturo per quanto riguarda il fumo. L’80% dei fumatori mondiali di sigarette per così dire classiche risiede infatti in paesi considerati a medio o basso reddito pro capite, o comunque fuori da quello che ci ostiniamo a chiamare Occidente.

Non è un caso che la maggiore quota di mercato per quanto riguarda il tabacco non sia della Philip Morris (Marlboro il suo marchio top) o della British American Tobacco (Pall Mall, Rothmans, Lucky Strike…), ma della CNTC che con il 43% è il primo gruppo del tabacco del mondo. La CNTC altro non è che un’azienda statale cinese, le cui esportazioni sono quasi inesistenti. In altre parole, il mercato del fumo mondiale di tabacco è trainato dai consumatori cinesi, soprattutto quelli delle fasce sociali più basse.

Negli ultimi 15 anni anni, prendendo in considerazione tutto il mondo, il consumo di sigarette a base di tabacco è leggermente diminuito, meno 1,4%: pochissimo se si pensa alle tante campagne antifumo e soprattutto al fatto che il prezzo reale della sigaretta media è nello stesso periodo aumentato del 25%. Ma in alcune zone le campagne antifumo qualche effetto l’hanno avuto: la quota di consumatori dell’Europa Occidentale è infatti scesa dal 12 al 9%, quella degli Stati Uniti dall’8 al 5.

E veniamo al nostro negozio di sigarette elettroniche sotto casa: ha un senso? In una prospettiva soltanto economica la risposta è sì. La sigaretta elettronica è sempre più diffusa fra gli adolescenti, negli Stati Uniti il 16% dei diciottenni ne fa uso, con tendenza al rialzo. La statistica che fa pensare è che oltre il 40% di chi usa sigarette elettroniche non viene dal fumo tradizionale, insomma dal tabacco. Prima di noi se ne sono accorti ovviamente i giganti del tabacco, come appunto le citate Philip Morris e BAT, che hanno acquistato le aziende più promettenti del nuovo settore. Che negli ultimi anni viaggia a tassi di sviluppo a tre cifre.

Conclusione? Senza entrare negli aspetti medici e politici, la sigaretta elettronica ha un futuro migliore di quella tradizionale, essendosi posizionata già molto bene nei mercati più ricchi e avendo soprattutto agganciato i giovani.

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