La settimana di Lew Alcindor

7 Gennaio 2010 di Stefano Olivari

di Stefano Olivari
Fra le mille leggende metropolitane del basket milanese ce n’è anche qualcuna vera. Il ventenne Lew Alcindor, non ancora Jabbar, che si allena con i giocatori dell’All’Onestà in pieno agosto 1967.
 

L’invito arriva da Dick Percudani, allenatore della squadra milanese ed assistant coach a Power Memorial Academy quando ci ha giocato Alcindor. Il 6 agosto la stella di UCLA sbarca alla Malpensa, accompagnata da Joe Isaac (altro ex Power Memorial). Percudani e i Milanaccio lo presentano in pompa magna presso l’hotel Principe di Savoia. Lui legge un messaggio di ringraziamento in italiano e risponde alle domande della stampa. Gli Harlem Globetrotters hanno offerto un milione di dollari per lasciare John Wooden con due anni di anticipo, lui su questo punto è netto: ‘’Non gioco per denaro, ma solo per la libertà della mia razza’’. Per la libertà i Milanaccio possono fare poco, ma con il denaro non scherzano: Alcindor viene trattato a livello di un re. Ma non si dimentica il basket e ogni giorno va ad allenarsi alla palestra della Social Osa di via Copernico, insieme a Gatti, Zanatta, De Rossi e a qualche ragazzo da ‘provinare’. Città deserta, caldo allucinante, poche decine di curiosi e poche foto a testimonianza di quella vacanza-clinic. Con voci incontrollate, come quella che Alcindor potrebbe essere per la Pallacanestro Milano lo straniero di coppa sul modello di quello che è stato Bill Bradley per il Simmenthal. Sogni di una settimana di mezza estate. Dopo qualche giorno in Svizzera Alcindor torna a Milano e il 19 agosto saluta tutti per andare a vincere tutto.  
Stefano Olivari
(pubblicato su Superbasket e approfondito nel libro L’Altra Milano)
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