La promessa di Perryman

5 Aprile 2007 di Stefano Olivari

Steve Perryman (foto), capitano degli Spurs, lo aveva promesso. Prima della finale di Coppa Uefa del 1984 lo aveva promesso al suo allenatore Keith Burkinshaw a nome di tutti gli altri componenti della rosa. Prima che Burkinshaw si fosse ritirato a fine stagione, dopo nove anni alla guida del club, i bianchi del Nord di Londra gli avrebbero regalato un grande trionfo in campo internazionale. Il Tottenham Hotspur aveva già assaporato la gloria internazionale; la prima volta nel 1963, quando a Rotterdam nella finale di Coppa delle Coppe aveva seppellito di gol l’Atletico Madrid. Poi ancora nel 1972, in Coppa Uefa, quando in un derby tutto inglese si era sbarazzato non senza difficoltà del Wolverhampton Wanderers. Quello fu anche il primo anno nel quale la Confederazione Europea decise di rinominare la Coppa delle Fiere, ribattezzandola appunto Coppa Uefa. Così, seguendo la cadenza quasi decennale, anche nel 1984 gli Spurs arrivarono all’ultimo atto di quella che all’epoca veniva considerata la terza coppa europea in ordine di importanza (ma non certo di difficoltà). I bianchi londinesi nel corso della stagione, dopo la passeggiata a Drogheda nel primo turno, si erano dovuti sbarazzare di Feyenoord, Bayern Monaco, Austria Vienna e in semifinale degli jugoslavi dell’Hajduk Spalato. Non proprio avversari da coppa di terza fascia, come si può vedere. Sopratutto in semifinale, l’Hajduk impegnò particolarmente gli uomini di Burkinshaw, che vincendo nel ritorno a White Hart Lane per 1 a 0 riuscirono a strappare il biglietto per la doppia finale contro l’Anderlecht. Non si può certo dire che quel Tottenham fosse formato da campioni assoluti, ma sicuramente era una buona squadra, che annoverava fra gli altri gente come l’argentino Osvaldo Ardiles, l’indimenticato centrocampista dalla classe sopraffina Glenn Hoddle, oltre ad un attacco formato da Steve Archibald (ancora oggi ricordato e maledetto dalla Torino bianconera per quello che fece con la maglia del Barcellona), Mark Falco e Alan Brazil. Finale di andata al Park Astrid, tana dell’Anderlecht, il 9 maggio. La notte prima del match, però, un tifoso diciottenne del Tottenham, Brian Flanagan, venne ucciso con un colpo di fucile dal proprietario del locale a luci rosse “Le Mosquetaires”. L’episodio ovviamente accese ancor di più le due tifoserie e anche prima della partita furono moltissimi gli arresti e gli episodi di violenza. Intanto, proprio quella sera da Londra, il Primo Ministro inglese Margaret Thatcher disse che quei tifosi britannici “erano una vera e propria disgrazia per tutta l’Inghilterra” e cominciò a ventilare l’ipotesi di ritirare i club inglesi dalle competizioni europee. Un anno dopo, sempre in Belgio, la situazione fu ancora più tragica e tutti sappiamo come andò poi a finire…Sul campo intanto il Tottenham riuscì a strappare un ottimo pareggio per 1 a 1 con vantaggio iniziale proprio degli Spurs grazie a un colpo di testa del difensore Miller, pareggiato poi nel finale da un gol di Morten Olsen. Il ritorno venne giocato a White Hart Lane il 23 maggio. L’atmosfera era elettrizzante e prima del calcio d’inizio venne suonato l’inno del club di casa con una dedica speciale a Flanagan, il tifoso ucciso a Bruxelles. La partita fu molto combattuta e un ottimo Anderlecht, ispirato da un giovanissimo e promettente Vincenzo Scifo, andò per primo in vantaggio al 61’ minuto con Czerniatinsky. Quando ormai sembrava fatta per i belgi, gli inglesi tirarono fuori tutto il carattere che li aveva aiutati ad arrivare fin lì e a 7 minuti dalla fine fu un altro difensore, Roberts, a ristabilire l’assoluta parità. Si andò così prima ai supplementari e poi successivamente ai calci di rigore, dove il Tottenham grazie ai centri di Roberts, Falco, Stevens, Archibald, e alle parate del giovane portiere Parks riuscì a conquistare la coppa da dedicare al dimissionario Burkinshaw. Quello fu anche l’ultimo ruggito degli Speroni in campo europeo, almeno fino a quest’anno visto che in questa stagione il Tottenham è riuscito a raggiungere i quarti di finale sempre in Coppa Uefa. Vedremo se questa bella storia riuscirà a ripartire da Siviglia.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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