La coda per entrare in un locale vuoto

26 Ottobre 2004 di Stefano Olivari

di Thomas Turbato

22 – Thomas Turbato, giovane calciatore condannato a frequentare locali di tendenza, continua a incassare delusioni dalla capitale del non divertimento. Qualche sera fa si è presentato al Sio Cafè, zona Bicocca…

Nell’ultimo anno la notte milanese ha visto imporsi all’attenzione dei suoi frequentatori un nuovo locale: il Sio Cafè in zona Bicocca, tipico esempio di come la milanesità può guastare tutto e tutti. E’ ristorante, pub, discobar. In partenza, ingresso libero e prezzi nella norma (7 euro per la consumazione il venerdì e il sabato)… Poi, il successo del locale ha forse dato alla testa ai gestori. Nel giro di un anno, la crescita dei prezzi e del fighettismo è stata esponenziale.
1) 10 euro di ingresso con consumazione, e rimbalzamento dei maschi se non accompagnati da gnocca o non frequentatori abituali.
2) Creazione di un’area privè off limits
3) Niente ingresso senza prenotazione del tavolo, salvo essere clienti abituali.
4) Inserimento di PR come organizzatori delle serate, con buttafuori all’ingresso e catena stile club esclusivo… Anche se all’interno è vuoto, ti invitano ad attendere qualche minuto solo perché fa figo farti aspettare fuori (dà l’impressione agli avventori che il locale sia sempre affollato).
5) 13 euro con consumazione! Ferme, ovviamente, tutte le altre limitazioni: rimbalzamento dei maschi ecc ecc La musica è sempre uguale, stile Hip Hop/R’n’B, trita e ritrita. Lo scandalo è evidente: da 7 a 13 euro nel giro di un anno: un aumento quasi del 100%!!!
Peccato: era il giusto compromesso tra il pub, dove puoi chiacchierare e conoscere gente, e la discoteca. Niente fighettismo, ragazze simpatiche, atmosfera ‘easy’…Ma ciò che è divertente, a Milano è bandito. Un motivo in più per ritenere il capoluogo lombardo la capitale del non divertimento, della discriminazione, dell’apparire e non dell’essere.
A proposito. Colgo l’occasione per segnalare un’altra serata ormai guastata. Qualcuno ricorda il mercoledì pervert dell’Hollywood? Aveva poco di pervert ma proponeva comunque musica e pubblico un po’ alternativi… Ora non più: coda chilometrica all’ingresso, ragazzini (alcuni probabilmente minorenni) sdraiati per terra in strada, distrutti da alcool e pasticche, tra cicche di sigaretta e bicchieri rovesciati che ti restano attaccati alle suole delle scarpe: tutto poco pervert e molto trash.

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