Calcio
Imitando male il Mentalista
Anna Laura 04/09/2012
E’ stato un calo psico, ma non logico. E’ stato un accrescimento illogico. Facile a dirsi dopo , certo , ma ancora più facile a dirsi prima della partita. Stramaccioni con la sua desinenza finale in “oni” ha il culto delle cose psico, ma per ora si tratta solo delle sue. La sua autostima , i suoi processi desiderativi, le sue motivazioni… Il fatto è che i mentalisti in erba tendono a voler proiettare le loro convinzioni e basta, e infatti le proiettano , ma come per i film non è detto che il pubblico, in questo caso la squadra , applauda alla fine della pellicola. Un o’ò di sano individualismo , peraltro molto alimentato dal risvolto sociale, mette in crisi i mentalisti in erba… Se hai dei paurosi in squadra , la focalizzazione , il “focus” come lo definiscono i professionisti del mentalismo, diventa la paura di sbagliare e questo è il problema che il nostro “oni , di turno non comprende. Mou invece lo aveva perfettamente compreso e metteva sulla bilancia una paura equivalente, la paura che i giocatori avevano di “Mourinho”. Dichiarazioni emblematiche alla stampa di responsabilità personali di giocatori, sembravano a prima vista un suo scarico di responsabilità, un classico in Italia, il “ho vinto, abbiamo pareggiato, hanno perso…” di vecchia memoria, ma invece non era cosi. Era la comprensione dell’uso della paura, come propellente emotivo, ma , quelli che non capiscono non possono fare come lui, possono solo imitarlo, senza averne le competenze e. “Oni” ha cercato di recuperare Sneijder, Ranocchia et altri come il benemerito appartenente al corpo di polizia urbana , Cambiasso il “Vigile” nel senso che vorrebbe gestire il traffico e invece vanno tutti oltre i limiti e le multe non le può fare, ma gli mancano le basi per controbattere la paura che questi si autogenerano. Dovrebbe incutere timore, invece incute solo simpatia, termine caro a Moratti. Domenica sera ha lasciato un inutile Sneijder alle prese con le sue paure autogenerate, in campo per novanta minuti, non capendolo. Ha lasciato in campo Zanetti , con la formuletta che è un ragazzino, e come i ragazzini non indovinnava un passaggio che era uno, e Milito che anche lui preda delle pause che lo assalgono ormai dalla notte di Madrid. Un vero mentalista capirebbe che si può e si deve usare la paura con chi ha paura, non l’autostima, perché la sera nel loro lettino, i vari Sneijder, Cambiasso, Zanetti, Milito e Ranocchia, per non parlare di Castellazzi, ripassano la lezioncina mentale che gli viene propinata, ma la loro vocina interna gli dice altro e non gli piace. Ma è la loro voce che conta non quella di “Oni”.
Anna Laura, 4 settembre 2012