Il padrino che non lascia tracce

29 Dicembre 2008 di Stefano Olivari

Se davvero il News of the World voleva fare un complimento a Fabio Capello, paragonandolo a don Vito Corleone, bisogna dire che l’operazione non è riuscita benissimo. E’ comunque certo che Capello ha conquistato gli inglesi più con il carattere, così poco italiano, che con i risultati del campo. Da quando ha ereditato la nazionale da McClaren, infatti, nelle partite vere l’unica memorabile è stata quella del 4 a 1 alla Croazia (tripletta di Walcott, forse il paparazzato Eriksson non era stato poi tanto stupido nel convocarlo per Germania 2006): per il resto le passeggiate con Andorra e Kazakhistan, oltre alle famigerate amichevoli. Che comunque hanno fatto discutere fin dalla prima, quella con la Svizzera a febbraio: Beckham sì, Beckham no, questo il dibattito non ancora concluso (a prescindere dal fatto che il centrocampista riesca a far pagare al Milan il prestito per il 2009-2010) . All’epoca fu Beckham no e vittoria sofferta (gol di Jenas e Wright-Phillips), con centesimo cap rimandato e fascia di capitano a Gerrard. Poi l’uomo che aveva sempre sognato il Milan, al punto di non parlare mai di questo sogno nelle varie autobiografie, ha avuto la sua presenza numero 100 nella sconfitta con la Francia, questa volta con Rio Ferdinand capitano. Con gli Usa fascia a John Terry, la differenza per Avram Grant fra l’essere un vincente (secondo i canoni di Mourinho, così simili a quelli di Capello) o un perdente, con Trinidad & Tobago a Beckham per poi tornare a Terry (già capitano con McClaren), questa volta sembra in via definitiva. Scelte quindi spesso mediatiche, nessun problema storico risolto (primo fra tutti quello del portiere: Capello ne ha già convocati sette diversi in pochi mesi, per poi puntare di fatto solo su David James), vittorie da favoriti, atteggiamenti da duro, soprattutto nessun giocatore oltre i propri limiti. Capello è una persona seria, un allenatore che non vende fumo ed un c.t. che può diventare campione del mondo, ma come al solito non lascerà tracce.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
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