Calcio

Il naso del Lione

Stefano Olivari 16/03/2009

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di Stefano Olivari

1. Non ricordiamo Claudio Ranieri nella sua carriera così duro con un giocatore come lo è stato venerdì scorso con David Trezeguet: eppure il franco-argentino durante la partita con il Chelsea si era comportato come il novanta per cento dei calciatori sostituiti, quindi non tanto da meritarsi il titolo di ‘bambino viziato’. Lettura dello spogliatoio e degli amichetti della discotechina: David ha un contrattone fino al 2011 (quando avrà 34 anni), da quasi 5 milioni netti a stagione, la società lo giudica semi-finito e visto che non è una bandiera alla Del Piero lo vuole mettere in condizione di andarsene prima e di liberare risorse. Così Ranieri ha dovuto fare il super-aziendalista, andando oltre il suo carattere, per un’azienda che l’anno prossimo dovrebbe essere ancora la sua. Di sicuro non è più Trezeguet a volersene andare a tutti i costi, come era stato nel 2004 prima che arrivasse Capello ed alla fine della stagione in serie B con la famosa esultanza dopo il gol allo Spezia. Cobolli Gigli spera che il Lione della situazione abbia l’anello al naso, ma è giusto una speranza.
2. Non importa a nessuno, ma per la terza volta la Lega ha dovuto rimandare l’elezione del presidente. La nuova data è il 31 marzo, ma il problema non è tanto il presidente (a dispetto degli scenaristi sarà di sicuro rieletto Matarrese, con tanti saluti al supermanager) quanto il vicepresidente per la A che con il nuovo voto ponderato sarà l’uomo non forte ma fortissimo della Lega. Galliani e vassalli (la Roma-Unicredit su tutti, seguita dalla Samp) spingono per Galliani, la Juve spinge per una figura di medio profilo ed un direttore generale esterno, al solito Moratti non ha una posizione. Al momento solo una certezza: il calcio televisivo post 2010 continuerà ad essere venduto a metà prezzo, per la gioia di Sky e Mediaset. I venditori divisi fanno il gioco dei compratori.
3. Dietro alle battute che fanno la gioia di tutti noi che ci campiamo, è evidente Mourinho e Ancelotti sono in lotta per le stesse panchine ed è per questo che stanno cominciando a detestarsi al di là di una rivalità sportiva che quest’anno di fatto non è nemmeno iniziata. Real Madrid e Chelsea, senza bisogno di indovinelli, ma le due possibilità sono in realtà una sola. Bronzetti sta cercando la quadratura del cerchio: divorzio soft di Ancelotti dal Milan e contratto scaricato al rientrante Florentino Perez. Ma anche Mendes sta offrendo il suo assistitito al Real, non credendo ad un Hiddink che a maggio saluti il Chelsea. Su tutto e su tutti, anche sull’Inter, si stagliano le figure di sceicchi per il momento fantomatici. La novità è che in questa rumba sia entrato anche Moratti: è il solito segnale di sconforto per farsi dire dai lacché ‘presidente, ti prego, rimani’, ma è comunque un segnale.

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