Il momento di tornare a casa

8 Marzo 2007 di Stefano Olivari

Alzi la mano chi, almeno trentenne e appassionato di calcio, non lo ricorda bene. Stiamo parlando del Torneo Interbritannico, la più antica competizione calcistica fra Nazionali, che vide la sua prima edizione giocata durante la stagione 1883/84 (nella foto il trofeo). Nel Torneo si affrontavano le quattro nazionali facenti parte del Regno di Sua Maestà e cioè oltre all’Inghilterra la Scozia, il Galles e l’Irlanda del Nord (quest’ultima dal 1921, prima partecipava l’Irlanda unita). Il trofeo si estendeva lungo un’intera stagione calcistica e vedeva le squadre affrontarsi in partite di sola andata. Praticamente una sorta di Quattro Nazioni calcistico, anche se in questo caso non ci fu mai un’apertura alle nazionali del Continente. L’Interbritannico (o Home International Championship nella versione originale) cessò di esistere dopo l’ultima edizione giocata nel 1983/84 soprattutto perchè Inghilterra e Scozia avevano perso interesse nel Torneo e preferivano concentrarsi sulle qualificazioni a Campionati Mondiali ed Europei. In questi cento anni la competizione si era sempre disputata, tranne che nel periodo delle due Guerre Mondiali e durante la stagione 1980/81, quando il Torneo non venne portato a termine per la situazione politica in Irlanda del Nord. Ebbene, dopo che negli ultimi vent’anni se ne è parlato in maniera più o meno seria, l’Interbritannico – o almeno qualcosa di simile- sta per resuscitare. La proposta inizialmente è arrivata dalla Federazione scozzese ed ha avuto un’entusiastica risposta da parte dell’Irlanda del Nord. L’Inghilterra invece, ed in parte anche il Galles, continuano a tenere un atteggiamento negativo. Gli scozzesi però non si sono dati per vinti e, dando per scontata la rinuncia inglese, hanno esteso l’invito alla Repubblica d’Irlanda, con l’obiettivo così di creare una Celtic League (pronuncia Cheltic). L’idea da parte delle Federazioni promotrici è quella di rimpiazzare, con un vero e proprio Torneo, le inutili amichevoli con 8/10 sostituzioni che non hanno alcun valore tecnico e appeal sul pubblico pagante. Certo la rinuncia preventiva dell’Inghilterra è pesante, ma la Federazione di Londra ha motivato la sua scelta dicendo che ormai sono pochissime le date lasciate libere dal fitto calendario internazionale (soprattutto a livello di club) e in quelle date gli inglesi preferirebbero confrontarsi con Nazionali extraeuropee o grandi continentali, in modo da prepararsi al meglio in vista di Mondiali ed Europei. Da Belfast però, Lawrie Sanchez , CT della Nazionale dei Verdi e indimenticato eroe della “Wimbledon Crazy Gang” anni Ottanta, ha rilanciato, affermando che la maggiore paura inglese è quella di soccombere con le altre Nazionali britanniche, considerate ormai di basso livello. Infatti nel settembre del 2005 la sconfitta inglese contro l’Irlanda del Nord a Belfast nella corsa alle qualificazioni al Mondiale tedesco generò grande sdegno in Inghilterra e diede inizio a una campagna – di stampa e anche di pubblico – contro Sven Goran Eriksson. Che adesso magari viene rimpianto…Considerato però che un Torneo con tre sole squadre non avrebbe molto futuro, l’obiettivo principale è per il momento quello di convincere la Federazione gallese a prendere parte al Torneo. I promotori tra l’altro non hanno ancora deciso il format , visto che si potrebbe giocare un torneo sia con partite di sola andata (come era l’Interbritannico originale) oppure con una sorta di competizione organizzata con semifinali e finali. C’è sempre grande rivalità fra le Nazionali coinvolte, ma i sistemi di sicurezza sono migliorati rispetto a quando il Torneo è cessato negli anni Ottanta. Così scene come quelle degli scozzesi che invadono il campo di Wembley e distruggono le porte nell’edizione del 1977, pur essendo entrate nell’immaginario popolare, non dovrebbero più vedersi. Così, come ha scritto qualche anno fa Ken Gall – tifoso scozzese e collaboratore della rivista When Saturday Comes- dopo che la Tartan Army ha visitato più volte negli ultimi anni posti come Tallinn, Riga , Minsk e Torshavn, è forse giunto il momento di tornare a casa.

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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