Basket

Il film di Chicco Ravaglia

Stefano Olivari 20/02/2009

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di Flavio Suardi

Oggi Chicco Ravaglia avrebbe compiuto 33 anni e forse è meglio pensare a lui nel giorno del suo compleanno, piuttosto che in occasione del decimo anniversario della sua scomparsa. Era il 23 dicembre 1999, una partita da 23 punti alle spalle con la maglia di Cantù vittoriosa con Reggio Emilia. “Ho dimostrato di non essere un giocatore di serie B”, aveva dichiarato al termine di quella partita, intravedendo la fine di un tunnel lungo due anni costellati da infortuni e ripartenze. Poi l’autostrada verso Imola, per raggiungere la famiglia in occasione delle feste. Quella sbandata, la morte, il silenzio. Quando Chicco festeggiava il suo terzo compleanno, moriva Nereo Rocco. Strano l’intreccio tra due personaggi che non hanno nulla a che vedere uno con l’altro. Rocco però era ammaliato dal fascino dei numeri 10, dei giocatori dal talento cristallino e dall’istinto che solo il campione vero può vantare. Ravaglia aveva tutte queste caratteristiche: talento, faccia tosta, leadership. Sarebbe certamente diventato un grande numero 10, fosse stato un calciatore. Quel che è certo è che avrebbe avuto una grande carriera anche nella pallacanestro se la sfortuna, che sembrava averlo abbandonato, non si fosse abbattuta su di lui nella maniera più tragica. La sua storia diventerà un film, grazie ad un regista di Alzate Brianza, il 24enne Niccolò Civelli e allo sceneggiatore 25enne Tommaso Vimercati, di San Fermo della Battaglia. La speranza è quella che il progetto non salti per le solite questioni di budget, visto che la storia di Ravaglia ha dentro di sé tutto per diventare la trama di un film: gli infortuni, la risalita, la fine del tunnel e, purtroppo, un finale troppo tragico. Buon compleanno Chicco.
flavio.suardi@gmail.com
(in esclusiva per Indiscreto)

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