Il calcio nell’era del quasi

10 Novembre 2020 di Vincenzo Matrone

Anche il calcio sta vivendo l’era del quasi, in cui gli annunci sono più importanti dell’effettivo verificarsi di quanto annunciato. Il vaccino anti-Covid è quasi pronto, Trump ha quasi vinto, quel tal film è quasi in uscita, la cassa integrazione di aprile è quasi arrivata. Quanto al calcio, pur leggendo mille cose, anzi forse proprio per questo, fatichiamo a distinguere ciò che viene annunciato da ciò che è accaduto. Un buon esempio è la vicenda di Juventus-Napoli, con protagonista l’immancabile ASL.

Un giorno l’ASL di Napoli ha detto alla squadra di Gattuso di non partire, anzi no glielo ha solo consigliato. Altra versione accreditata: quasi quasi è meglio che non partiate per Torino. Ma due giorni prima della partita il club di De Laurentiis aveva già disdetto l’aereo o lo aveva quasi fatto? Probabile che al termine dei tre gradi di giudizio sportivi e di quelli extrasportivi si arrivi ad una quasi pena per il Napoli, con disputa poi di un quasi Juventus-Napoli.

A proposito di Juventus, la vicenda emblematica del quasi nel calcio 2020 è stata quella dell’acquisto di Suarez. È quasi fatta, abbiamo letto per tutta l’estate. A giorni alterni era proprio fatta. Suarez in fondo ha quasi il passaporto italiano e ha quasi sostenuto un esame di conoscenza della lingua che insieme ad altri requisiti gli consentirebbe di prendere la cittadinanza. Che è rimasta una quasi cittadinanza, mentre quelli di Perugia si sono dimostrati quasi professori di una quasi università.

E i tamponi della Lazio del dottor Pulcini? In Europa positivi, nel laboratorio di Avellino negativi. Poi scoppiata la bufera di nuovo positivi, o debolmente positivi, diremmo quasi positivi. Quanto all’Inter, chi si ricorda dello storico vertice di Villa Bellini? Era quasi scoppiata la pace fra Conte e la società, si scrisse, la fiducia reciproca era quasi totale. Appunto, quasi. E il Milan, da scudetto fino a due partite fa? Quasi da scudetto, adesso.

L’abbiamo fatta un po’ lunga, perdonate lo scherzo visto che non fa nemmeno ridere. Ma questa politica del quasi, che nel giornalismo è utile ad evitare querele e in sostanza a scrivere tutto ciò che ci passa per la testa (“Manca solo firma, è quasi fatta”), la troviamo italianissima nel bene e nel male. Perché c’è anche un bene, in un un posto dove tutto è interpretabile, anche se non sempre riusciamo ad individuarlo.

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