I tabloid al peperoncino

16 Febbraio 2011 di Igor Lario Novo

di Igor Lario Novo
Il famoso senso dell’umorismo britannico non è stato in grado di comprendere la sottile ironia di Gattuso e men che meno l’atteggiamento di Flamini durante Milan-Tottenham. Al di là dei titoli del Sun, riportati puntualmente con fastidio nel paese di quelli che ‘Ci aspettano dieci finali’, forse è interessante sapere cosa hanno letto stamattina quasi 8 milioni di inglesi…

MATTI 0, EROI 1. Inizia così il pezzo di Pat Sheehan, inviato del Sun al Meazza ieri sera, per la partita di andata degli ottavi di finale di Champions League tra Milan e Tottenham. Un altro, di Steven Howard, recita: I DELINQUENTI DI MILANO SONO STATI UNA VERA VERGOGNA. È nell’indole degli inglesi. Bisogna ricordare il loro senso dell’umorismo. Queste reazioni giornalistiche non sono quindi necessariamente da prendere troppo sul serio, gridando all’italianità ferita dai malvagi tabloid. La cui principale differenza, rispetto ai quotidiani italiani, è quella di avere dei lettori. Questi articoli non lasceranno quindi rancori particolari, se non nei giocatori e nei tifosi “italiani” (che non esistono, visto che ognuno tifa per la sua squadra). In effetti, i commentatori (Harry Redknapp stesso) si sono fatti delle grasse risate nel vedere un tarantolato Gennaro Gattuso andare a prendersela con Joe Jordan. Intimamente dispiaciuti che non ne sia sortita una vera scazzottata. Un inglese, e ancor più uno scozzese, non disdegna mai un confronto a viso aperto. Forse Gattuso avrebbe avuto la peggio, peperoncino o no.

Meno divertite sono state invece le reazioni per l’entrata assassina di Matthieu Flamini su Vedran Corluka.
Ecco, i britannici capiscono che quella di Gattuso è stata una serata difficile. Tanto da fargli perdere il lume della ragione. Non capiscono, e noi con loro, un intervento chiaramente volto a fare male all’avversario. Sia pur duro, un tackle, purché sia onesto (a fair tackle!). Il blasone del Milan è molto rispettato in Inghilterra. Il ricordo della squadra 7 volte campione d’Europa è vivo e suscita sempre molta ammirazione. Ieri sera qualcosa si è incrinato.

Dice così, Steven Howard, sul Sun di oggi:La casa di leggende come Rivera, Van Basten, Gullit, Maldini, Costacurta e Baresi. Questa mattina il Milan è nella vergogna, con la reputazione, duramente acquisita, a pezzi. Pochi visitatori allo Stadio San Siro, ieri sera, si ricordano un Milan così debole o uno con giocatori così manifestamente fuori controllo. Non sorprenderà nessuno scoprire che le 17 ammonizioni accumulate dal Milan nel girone di qualificazione sono state il numero maggiore rispetto a qualsiasi altra squadra in Europa. Ieri sera si è andati un brutale ed inaccettabile passo troppo oltre. La UEFA deve ora punire il delinquentello Gennaro Gattuso, che ha prima dato una manata e poi una testata all’allenatore degli Spurs, Joe Jordan. L’ironia più grande è che lo scozzese Joe Jordan ha, in passato, guidato l’attacco proprio del Milan. Il cartellino giallo significa che Gattuso non sarà della partita al ritorno a White Hart Lane. Ma se la UEFA è una cosa seria, deve assicurarsi che Gennaro Gattuso, non prenda più parte a nessuna partita europea in vita sua. Il centrocampista ha giocato per i Rangers in passato. E la sua performance ieri sera aveva molto più a che fare con un ubriaco all’ora di chiusura in Sauchiehall Street, che altro. Nemmeno Matthieu Flamini, suo compagno, è stato un gran che migliore di lui, dopo una grottesca entrata a piedi uniti, che ha costretto Vedran Corluka a lasciare il campo in barella all’inizio del secondo tempo. La verità è emersa dalle superstar del Milan in difficoltà intorno alla metà di un primo tempo dominato dagli Spurs. Se non puoi batterli, picchiali. Le oscure arti del calcio sono state praticate a lungo qui in Serie A. Una trattenuta qui, un pizzicotto là. Tutto generalmente alle spalle dell’arbitro. Ma, di nuovo, ieri sera è stato qualcosa di diverso. Alla luce del sole, ai raggi X, sotto il naso dell’arbitro, che non si capisce come possa non avere espulso Flamini dopo l’assalto a Corluka al 55esimo minuto. Flamini sembra essersi tenuto per questo orrendo momento tutto l’odio accumulato nei confronti degli Spurs nei suoi anni all’Arsenal. È stato un intervento a spaccare le gambe. Tanto spiacevole nella sua preparazione, quanto vile nel suo compimento. Come può un club di questa statura essere caduto così in basso? Certo il Milan era sotto grande pressione, avendo fallito il passaggio degli ottavi, dopo avere battuto il Liverpool nella finale del 2007. Hanno persino visto gli arci rivali dell’Inter completare la tripletta la scorsa stagione. E ieri sera erano confrontati ad avversari che tentavano di diventare la terza squadra inglese consecutiva, dopo l’Arsenal e lo United, a vincere a San Siro. Ma nelle altre occasioni il Milan era uscito con un comportamento dignitoso, malgrado l’enormità delle sconfitte. Questa volta, non ce l’hanno fatta. Questa volta è stato troppo. E per la semplice ragione che quella di ieri sera era la peggior squadra a vestire i colori della maglia rossonera nella storia della più importante competizione europea. Non che la cosa dovrebbe stupire. Il Milan può anche essere al comando della Serie A, ma si è qualificato agli ottavi con il punteggio più basso di qualsiasi altra squadra. E anche con il minor numero di gol: solo 7. Heurelho Gomes, espulso nella sua ultima visita a San Siro, quando gli Spurs era sotto 3 a 0, in 14 minuti, con l’Inter, ha fatto due parate miracolose su Mario Yepes, vincendo, di fatto, la partita. Gattuso è sopravvissuto, in un qualche modo, fino al 76esimo minuto, quando è stato finalmente ammonito. 4 minuti più tardi il Milan ha avuto ciò che meritava, quando Peter Crouch ha infilato di destro. I fans del Milan sugli spalti, e gli stupidi in campo, sono stati finalmente zittiti. È stata una prestazione straordinaria, quella della squadra di Harry Redknapp, sottoposta a grandissima provocazione. Ed è stato un trionfo per il calcio, che le grottesche gesta di Gattuso e Flamini abbiamo portato al Milan null’altro che vergogna, derisione e sconfitta. Nessuna squadra lo meritava di più!”.

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