I dadi giocano a Dio?

3 Dicembre 2021 di Stefano Olivari

L’atletica è la regina dello sport, così come la matematica lo è della scienza. Addirittura, al di là del significato che le diamo, dal punto di vista etimologico matematica significa proprio scienza. Per questo è difficile per noi resistere a libri che partendo dalla matematica vogliono arrivare ad altro, come I dadi giocano a Dio? La matematica dell’incertezza, in cui Ian Stewart riflette sui limiti delle capacità predittive degli esperti in tutti i campi concreti, dalla finanza alla meteorologia passando per scommesse, medicina e tantissimo altro.

Stewart, professore di matematica alla University of Warwick, usa il suo solito stile divulgativo ma ci chiediamo quanto una persona non interessata alla matematica sappia cosa siano le permutazioni, più volte citate (sono quelle del punto esclamativo a significare ‘fattoriale’), e sappia maneggiarle in operazioni anche banali. Non è quindi un libro per tutti, anche se dal punto di vista ideologico è rivolto a tutti.

Stewart stabilisce sei epoche di incertezza, cioè tendenze che hanno cambiato la nostra capacità di convivere con l’incertezza: l’invenzione dei sistemi di credenze, la fede nel potenziale della scienza per spiegare la natura, lo sviluppo della probabilità e della statistica, la scoperta della meccanica quantistica, l’articolazione della teoria del caos, l’accettazione e la gestione dell’incertezza.

Messa così l’impostazione sembra pesante, ma in realtà tutto viene reso digeribile da storie e aneddoti su Cardano, Bernoulli, Quetelet, Galton, Bayes…. La parte più riuscita del libro è quella sugli aspetti psicologici di probabilità ed incertezza, mentre il difetto è quello praticamente inestirpabile da questo tipo di operazioni: fanno sorridere il collega professore, per la loro banalità, e al tempo stesso sono ostiche per il lettore medio, anche con un buona cultura. Il lettore ideale è quindi, secondo noi, il liceale o l’ex liceale con una passione per la matematica.

Il titolo del libro richiama una lettera di Einstein a Max Born: “Tu credi in un Dio che gioca a dadi e io nella legge e nell’ordine completo”. Quando Einstein rifiutò di credere che Dio giocasse a dadi, aveva probabilmente in testa la meccanica quantistica, ma la nostra tuttologia non arriva al punto di avere un’opinione sulla meccanica quantistica. Chi ne capisce ci assicura che Einstein avrebbe tutto per diventare uno dei grandi sopravvalutati secondo Indiscreto, noi la buttiamo lì agli esperti.

Di fatto, secondo Stewart, molte irregolarità della natura possono essere manifestazioni del caos: le inversioni del campo magnetico terrestre, le irregolarità del battito cardiaco, la crescita delle popolazioni di insetti, i cambiamenti del tempo, il rimbalzo di una palla da biliardo e mille altri. Il caos è una conseguenza della non linearità, e la maggior parte dei fenomeni è di tipo non lineare. Venendo a noi, la conclusione è che non esiste niente di davvero prevedibile: ogni modello è provvisorio e valido soltanto in condizioni date.

Un pregio del libro è che ogni capitolo può essere letto come una storia a sé e ammettiamo di avere letto per primi quelli su scommesse e finanza, ma i due che ci sono piaciuti di più, uno all’inizio ed uno verso la fine di I dadi giocano a Dio?, riguardano il funzionamento del cervello umano, con l’espressione ‘Macchina decisionale bayesiana’, ovviamente da Bayes, presta a prestito dai neuroscienziati.

Attraverso evoluzione ed esperienze personali i nostri cervelli hanno assemblato ipotesi collegate fra di loro sulla probabilità di un certo evento. Ed è per questo che la reazione ad informazioni e ipotesi nuove è quasi sempre di rifiuto. Con l’effetto, tutt’altro che secondario, che diventa molto più facile rafforzare le credenze che metterle in discussione. Dalle grandi religioni alla vita quotidiana, i metodi più usati partono dallo stesso assunto: per capire qualcosa di grande e complicato si usa qualcosa di piccolo e complicato. Ed è attraverso questa ‘scienza’ al tempo stesso oscura e deterministica che i sacerdoti dei vari saperi perpetuano il loro potere: viene in mente qualche esempio di attualità?

Share this article