Giant killing

16 Febbraio 2007 di Stefano Olivari

Si è sempre detto che è il suo fascino. Si è sempre detto che è la storia di Davide contro Golia che si ripete ogni anno e che anche il paesino più sperduto del Lancashire può sognare la finale. Si è detto tutto questo e il bello è che è esattamente così. La Coppa d’Inghilterra deve il suo fascino, oltre che alla sua storia ultracentenaria – la prima finale si disputò nel 1872 – e all’eliminazione diretta, anche al fenomeno dei “giant-killing”, quello che ha visto nel corso degli anni l’abbattimento delle corazzate inglesi da parte di squadre dilettantistiche o di semisconosciuti. Non si può negare infatti che la FA Cup sia sempre stata la coppa della gente e ciò viene sottolineato anche dall’hooligan di professione Cass Pennant in uno dei suoi libri (forse una delle poche volte nelle quali il buon Cass si è interessato a quello che succede sul rettangolo di gioco). Alcune di queste “cadute di giganti” hanno fatto veramente rumore e qui si è provato a menzionare gli esempi più clamorosi avvenuti nel dopoguerra. Yeovil Town-Sunderland 2-1, 4° turno 1949 – Detto oggi non sembra proprio un giant- killing, ma stiamo parlando del 1949 e negli anni precedenti il Sunderland si era aggiudicato ben sei campionati. Pensate che questa partita è stata votata come il più grande “giant-killing” della storia in un sondaggio inglese effettuato fra i tifosi nel 2005. Lo Yeovil, a quel tempo sestultimo nella Southern League (Dilettanti), infiammò subito Huish Park con un gol di Alec Stock, ma i Black Cats riuscirono a riequilibrare il risultato e portare così il match ai supplementari. Sì, esatto, il tanto inglese “replay a campi invertiti “ nel dopoguerra fu abbandonato. Lo Yeovil però segnò ancora prima del 120° minuto con Eric Bryant, per il delirio di uno stadio incredulo. Prima di abbandonare la competizione, lo Yeovil – prima squadra di non league prodotta dal Subbuteo – stabilì un curioso record nel turno successivo. Infatti, ospite del Manchester United all’Old Trafford, fu battuto per 8 a 0 ma fece accorrere ai botteghini un pubblico di ben 81.565 spettatori, il più alto di sempre per un match di FA Cup al di fuori delle finali. Colchester United- Leeds United 3-2, 5° turno 1971 – La squadra di Jacky Charlton si trovò sotto di ben tre gol dopo un’ora di gioco, quel pomeriggio. Di fronte una compagine di onesti pedatori che militava in Quarta Divisione, ma che quel giorno letteralmente sbranò il Leeds. Prima della fine Allan Clarke e Johnny Giles cercarono di riportare il match sui giusti binari, ma il Colchester resistette fino alla fine e scrisse una delle pagine più importanti della sua storia. Felicità ovviamente per tutti i tifosi, un po’ meno per l’allenatore Dick Graham, che dovette rispettare la promessa di scalare le mura del castello di Colchester e, cosa ben più grave, pagare una vacanza a tutti i suoi giocatori e alle loro gentili consorti. Hereford United-Newcastle United 2-1, 3° turno 1972 – E’ forse il nostro giant-killing preferito. I dilettanti dell’Hereford, dopo un pareggio per 2 a 2 strappato con pieno merito al St James’s Park, si guadagnarono il replay in casa loro. Nei giorni precedenti la partita l’attaccante dei Magpies Malcolm McDonald si fece fotografare dai giornali mentre mostrava le dieci dita delle mani. Secondo lui quelli sarebbero stati i palloni che avrebbero gonfiato la rete dei malcapitati dell’Herefordshire. Ebbene, quel pomeriggio di gennaio, Edgar Streeet – casa dell’Hereford – traboccava di gente e il buon Malcolm mantenne in parte la sua promessa, visto che a otto minuti dalla fine portò in vantaggio il Newcastle, quel giorno in un’insolita divisa rossa. A quel punto però successe l’impensabile. Ronny Redford e Ricky George ribaltarono il risultato e, ad ogni gol, gran parte del pubblico – soprattutto ragazzini che indossavano il parka d’ordinanza del periodo – si riversavano in campo, facendo sospendere la partita per qualche minuto. La scena è ben visibile su DVD o VHS che raccontano la storia della FA Cup o sul DVD celebrativo di “Match of the Day”, una sorta di Novantesimo Minuto britannico. Vedendolo si capisce appieno il significato di questa coppa e si ha la sensazione di come venisse, e in parte venga ancora, vissuta, dalle varie tifoserie britanniche. Bournemouth-Manchester United 2-0, 3° turno 1984 – Lo United, eliminato qualche settimana prima dall’Oxford in Coppa di Lega, in quel gennaio del 1984 andò incontro ad uno dei pomeriggi più tristi della sua gloriosa storia. Il Bournemouth, allenato da Harry Redknapp e in lotta nei bassifondi della Terza Divisione, quel giorno dominò l’incontro e in due minuti del secondo tempo mise al tappeto i Diavoli Rossi di Atkinson. Nel marzo dello stesso anno il Manchester United eliminerà, battendolo per 3 a 0 all’Old Trafford, il Barcellona di Maradona nei quarti di finale di Coppa delle Coppe… Sutton United-Coventry City 2-1, 3° turno 1989 – E’ il primo giant-killing al quale anche il pubblico italiano può assistere. Ricordiamo infatti che la partita venne trasmessa in diretta da Telemontecarlo. L’eroe del giorno fu Matt Henlan che, a 20 minuti dalla fine, segnò il gol decisivo per il Sutton. Precedentemente la squadra di casa si era già portata in vantaggio con un goal di Tony Rains, pareggiato però nel secondo tempo da David Phillips. Il Coventry solo due anni prima si era aggiudicato la competizione dopo un’emozionantissima finale con il Tottenham. Wrexham-Arsenal 2-1, 3° turno 1992 – Anche in questo caso abbiamo il classico copione da giant-killing perfetto. Sono infatti i Gunners a portarsi in vantaggio con Alan Smith poco prima dell’intervallo. Nel secondo tempo però la piccola compagine gallese si scatena: prima Mickey Thomas trasforma una punizione in stile Roberto Carlos e poi, mentre cresce il nervosismo in Adams & co, è il ventenne e sconosciuto Steve Watkin a realizzare la rete della storia. Il Racehorse Ground impazzisce di gioia e nei mesi successivi i giocatori del Wrexham diventeranno dei veri e propri idoli cittadini. Giusto cosi, noi intanto gustiamoci la Coppa Italia…

Luca Ferrato
ferratoluca@hotmail.com

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